Il Piede Piatto è una condizione anomala del piede in cui l’arco plantare si è abbassato o è completamente assente. Ciò significa che una persona affetta da questa alterazione anatomica ha le piante dei piedi che poggiano totalmente, o quasi, al suolo.

Il Piede Piatto è una patologia che può essere congenita oppure acquisita negli anni, a causa di particolari condizioni che lo favoriscono.

Nei casi meno gravi, è possibile risolvere i disagi creati dalla patologia con una terapia conservativa, mentre in quelli più gravi sarà necessario ricorrere alla chirurgia.

Il Dottor Scala, tra i miglior Chirurghi Ortopedici del Piede In Italia, ha operato migliaia di casi di Piede Piatto, riportando i pazienti a una condizione di normalità, migliorandone nettamente la qualità della vita.

Scopriamo adesso come riconoscere il Piede Piatto, per poter intervenire subito e restituire al paziente la gioia di camminare e muoversi senza pensieri.

Cos’è il Piede Piatto e come riconoscerlo

Come già accennato, i piedi piatti (più conosciuti con la terminologia al singolare “Piede Piatto”) presentano un arco plantare mediale anomalo, ovvero “schiacciato” verso il basso.

Il Piede Piatto

L’arco del piede è crollato al suolo

In una persona sana, la parte centrale del piede non poggia a terra e questo garantisce una migliore distribuzione del peso del corpo e un’agevolazione nel passo. In una persona con i piedi piatti, invece, il totale appiattimento della volta longitudinale interna comporta una distribuzione alterata del peso sui piedi, predisponendoli a fenomeni dolorosi e degenerativi delle articolazioni, dei muscoli, delle ossa e dei legamenti. Questo perché la pianta del piede tenderà ad appiattirsi verso l’interno, spingendo di conseguenza il calcagno verso l’esterno in una posizione anomala (valgo).

È bene fare una precisazione: il Piede Piatto inizia a diventare un problema quando, dopo aver superato la prima fase evolutiva (circa all’età di 8 anni), il piede non assume la normale curvatura. Infatti, nei neonati e nei bambini piccoli, il piede è naturalmente piatto dalla nascita. Il motivo è che un piede con una pianta più ampia aiuta il bambino ad avere maggiore stabilità nella fase di apprendimento della deambulazione.

La patologia assume rilevanza e necessità di intervento di uno specialista quando inizia ad arrecare disturbi più o meno gravi in chi ne è affetto. Vediamo insieme i sintomi che possono lamentare i pazienti affetti da Piede Piatto.

Sintomi

Il Piede Piatto nel bambino

Nella maggior parte dei bambini, il Piede Piatto risulta asintomatico. In questi casi, sono soprattutto i genitori a preoccuparsi, notando la camminata anomala del figlio o le suole delle scarpe consumate in modo asimmetrico.

Il dolore nei bambini può presentarsi nell’area del tallone (in corrispondenza del tendine tibiale posteriore) e dell’arco plantare durante l’attività sportiva.

Il Piede Piatto nell’adulto

Nell’adulto è molto più comune riscontrare una sintomatologia dolorosa in presenza di Piede Piatto. I sintomi si acutizzano solitamente in seguito a lunghe camminate, dopo aver indossato calzature con suola piatta o con poco tacco e dopo aver camminato su terreni irregolari.

Il dolore viene solitamente percepito nel piede, in particolare in corrispondenza del tibiale posteriore e nell’area centrale. Essendo una malformazione che coinvolge il tendine, il dolore potrebbe estendersi nella parte bassa delle gambe, al ginocchio, alle anche fino ad arrivare alla zona lombare. Inoltre, potrebbe evidenziarsi un gonfiore nella parte interna della caviglia e fastidi articolari a causa dell’iperpronazione durante la camminata del paziente.

Fra i sintomi lamentati dai pazienti si annoverano anche crampi notturni dovuti alla contrazione del muscolo tricipite erroneamente sollecitato durante il movimento diurno.

Cause del Piede Piatto

Come anticipato, il Piede Piatto è nella maggior parte dei casi di natura congenita; in particolare, viene trasmesso geneticamente dal genitore come caratteristica somatica.

Esistono però anche casi in cui il Piede Piatto è di natura adattiva, ovvero una conseguenza di altre patologie o di traumi intercorsi.

Si può parlare di causa post-traumatica quando la caduta della volta mediale è una conseguenza di un grave trauma subito dal piede o dai tendini. È stato riscontrato, infatti un coinvolgimento del tendine di Achille e di quello (più massiccio) del tendine tibiale in casi di Piede Piatto, anche se non è ancora chiaro se il danneggiamento dei tendini causi il Piede Piatto o viceversa.

L’artrite reumatoide è un altro fattore adattivo importante che causa Piede Piatto; più raramente, invece, si attribuisce la responsabilità della caduta dell’arco mediale a patologie neurologiche, che causano più comunemente Piede Cavo.

Diagnosi

Per diagnosticare il Piede Piatto, allo specialista sono spesso sufficienti l’esame obiettivo e l’anamnesi. In questa fase, il medico studia la storia clinica e annota i sintomi lamentati dal paziente. Si dedica inoltre ad osservare il paziente mentre i piedi sono in carico (dunque con il paziente in posizione eretta) e mentre cammina: si valuterà il piede di fronte, di lato e da una visione posteriore.

Il Piede Piatto-2

È inoltre importante far eseguire al paziente alcuni test per valutare il bilanciamento di muscoli e tendini.

Solo in seguito si passerà agli esami strumentali. Per la maggioranza dei casi, ci si limiterà a svolgere una radiografia in carico del piede, ma anche della parte inferiore della gamba con particolare attenzione alla caviglia, alla tibia e all’articolazione sotto-astragalica.

In casi particolari e limitati, si richiederà lo svolgimento di una TAC per avere una visione migliore e tridimensionale, così da poter valutare in modo ottimale il bone stock osseo.

Intervento piede piatto: quando e come agisce il chirurgo?

Gli interventi possibili su un Piede Piatto sono di varia entità a seconda della gravità della patologia.

Nel caso di Piede Piatto che non provoca sintomi molto dolorosi si può valutare una terapia conservativa, soprattutto se il paziente è molto giovane. Per un Piede Piatto flessibile si può optare per l’utilizzo di un plantare, che può portare giovamenti anche duraturi.

Nel caso in cui la terapia conservativa risulti inefficace e la sintomatologia dolorosa diviene patologica, si opta per intervenire chirurgicamente sul piede piatto.

La scelta dell’operazione da eseguire dipende da vari fattori, fra cui la gravità della deformazione, l’età del paziente e la condizione fisica generale. Un bravo Specialista del Piede valuterà singolarmente ogni paziente per studiare una terapia personalizzata.

Il Dottor Scala tende a praticare osteotomie del calcagno e transfer tendinei nella maggior parte dei casi possibili, poiché è un tipo di intervento meno invasivo. Tuttavia, per poter praticare questo tipo di operazione, la deformazione non deve essere ad uno stato di degenerazione irrimediabile.

Nel caso in cui la gravità sia maggiore, è necessario intervenire con un’artrodesi (ovvero una fusione ossea) di diverse articolazioni del piede e nei casi peggiori, anche della caviglia; per quest’ultima, in situazioni particolari si può anche pensare all’impianto di una protesi di caviglia. Seppur questo intervento sia più invasivo e porti ad un cambiamento sostanziale della mobilità del sistema caviglia-piede, riesce a soddisfare i pazienti, che tornano ad avere un piede dalla forma normale e privo di dolore.

Decorso post-operatorio dell’intervento al Piede Piatto

Il decorso post-operatorio e il ritorno alla vita normale per il paziente operato, varia a seconda dal tipo di intervento affrontato.

Per quanto riguarda il paziente curato con osteotomia e transfer tendineo, l’immobilizzazione sarà necessaria per circa 4 settimane. La deambulazione verrà ripresa pian piano, fino ad arrivare al ritorno all’attività sportiva a circa 5 mesi di distanza.

Nel caso di artrodesi, sia singola che doppia quando è coinvolta anche la caviglia, l’immobilizzazione tramite gesso sarà più lunga (tra le 5 e le 6 settimane) e la ripresa della deambulazione e dell’attività sportiva si allungherà rispetto al precedente intervento.

Contatta Il Dott. Scala

Il Dott. Andrea Scala ha conseguito il suo diploma di Laurea in Medicina e Chirurgia presso la Università Cattolica del S. Cuore – Policlinico “A. Gemelli” di Roma con la discussione della tesi sperimentale, elaborata presso l’Istituto di Clinica Ortopedica diretta dal Prof. G.F. Fineschi, dal titolo: “Studio delle modificazioni cellulari indotte dai metalli di comune impiego in Chirurgia Ortopedica”, riportando il massimo dei voti. E’ specialista in Traumatologia e Ortopedia, specialista in Medicina dello Sport. Dal 1984 al 1988 è stato Assistente del Prof. Pisani nell’Ospedale di Alba (CN), il primo in Italia specializzato nella cura delle patologie della Caviglia e del Piede. Il Dott. Andrea Scala nel 1998 ha impiantato per primo la Protesi di Caviglia a Roma. Grazie ai numerosi anni di esperienza nel settore, alla formazione continua e alla pratica chirurgica effettuata in prestigiosi Centri Ospedalieri e Universitari italiani ed esteri, il Dott. Scala garantisce ai propri pazienti risultati eccellenti, ottenuti attraverso tecniche chirurgiche innovative, accurati studi sul singolo caso clinico e attuazione di terapie di ultima generazione per agevolare e accelerare la rigenerazione dei tessuti. I trattamenti per cui è specializzato sono:

Protesi caviglia
Piede paralitico
Malattia di Haglund
Alluce valgo
Legamenti della caviglia
Alluce rigido
Piede piatto
Neuroma di Morton

Il Dott. Scala è l’unico chirurgo ortopedico specialista italiano iscritto alla Società Francese di Chirurgia della caviglia e del piede. Svolge la propria attività professionale presso la Casa di Cura ARS MEDICA in Via Cesare Ferrero di Cambiano, 2900191 ROMA. Prenota una visita specialistica al numero +39 335 766 2164 o invia una mail all’indirizzo info@footsurgery.it.

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