Piede Cavo: quando e come intervenire chirurgicamente

Il Piede Cavo è un reperto di non rara osservazione tra le deformità del piede insieme al suo diretto opposto, il Piede Piatto.

In presenza di questa malformazione, i piedi (solitamente entrambi) della persona affetta presentano un arco plantare più alto rispetto alla norma. Per questo, il piede non poggia al terreno come dovrebbe con una ampia superficie d’appoggio. L’appoggio avviene su due punti avampiede e calcagno e ciò causa al paziente un’andatura irregolare, oltre ad un importante squilibrio muscolo-scheletrico.

C’è da dire, in questa fase iniziale, che non sempre il Piede Cavo rappresenta una patologia per chi ne è affetto. Molte persone convivono con questa particolare anatomia dei piedi e anzi, per alcuni atleti come i marciatori o i saltatori, avere il Piede Cavo può rappresentare un notevole vantaggio funzionale.

In questa sede, però, tratteremo in particolare l’aspetto patologico di questa deformità, ovvero quando la persona che ne è affetta lamenta dolori e la sua vita è condizionata in modo limitante.

In questi casi viene spesso consigliato di ricorrere ad una soluzione definitiva come l’intervento chirurgico, soprattutto per evitare che la patologia porti con il tempo all’artrosi di caviglia, conseguenza ricorrente anche nei pazienti più giovani.

Il Dottor Andrea Scala, il miglior chirurgo del Piede in Italia, utilizza tecniche mini-invasive di ultima generazione per restituire al paziente uno stile di vita normale nel più breve tempo possibile.

Scopriamo insieme di più su questa patologia e quando e come intervenire chirurgicamente in caso di necessità.

Cos’è il piede cavo

Come abbiamo già anticipato, si parla di Piede Cavo quando la parte mediale del piede risulta eccessivamente arcuata. Questo provoca un appoggio anomalo del piede. In condizioni normali, le zone interessate sono tre: la parte posteriore (o retropiede), l’esterno del mesopiede e l’avanpiede (soprattutto i metatarsi e l’alluce).

Con il Piede Cavo, invece, l’appoggio interessa solamente il tallone a la zona anteriore. La conseguente ridistribuzione sbagliata del peso corporeo condiziona tutto il resto dello scheletro.

Le caratteristiche morfologiche tipiche di questa patologia sono:

  • la griffe (aspetto “arricciato”) delle dita
  • il primo metatarso plantarflesso
  • il calcagno varo (cioè “piegato” verso l’interno).

Spesso, le persone affette da questa patologia presentano anche problemi ai muscoli del polpaccio e ai tendini di Achille, soprattutto quando il Piede Cavo ha origine neurologica.

Piede Cavo: cause

A causare il Piede Cavo ci sono diverse cause, che possono essere classificate in tre grandi macroaree:

  • Scheletriche: dovute ad una deformità congenita delle ossa del piede. Il Piede Cavo può essere causato da una deformità della parte anteriore del piede (forefootdriven) o di quella posteriore (hindfoot-driven); questa differenza comporta conseguentemente una differente terapia.
  • Neurologiche: le più comuni (circa il 70% dei casi). In questo caso il Piede Cavo è dovuto a squilibri muscolari dovuti a patologie di origine neurologica sia congenite che acquisite; la più famosa è sicuramente la Malattia di Charcot-Marie-Tooth, ma a causare un Piede Cavo Neurologico possono essere anche altre patologie come la atassia di Friedreich, la spina bifida, le paralisi spastiche o le lesioni midollari e spinali (e altre).
  • Post-traumatiche: a causa di fratture ossee, soprattutto al calcagno e alla sottoastragalica, si creano disequilibri scheletrici che portano al consumo articolare e al conseguente varismo.

Sintomi lamentati dal Paziente

I sintomi di un Piede Cavo patologicamente degenerato sono:

  • Dolore o fastidio ai piedi, in particolar modo ai lati o alla zona metatarsale;
  • Dolore alle caviglie, in particolar modo nella parte interna;
  • Instabilità delle caviglie. Ciò predispone a ripetute distorsioni (delle caviglie ovviamente);
  • Senso di rigidità e/o insensibilità ai piedi o alle caviglie;
  • Difficoltà a stare in piedi tante ore consecutive, a camminare per lunghi tratti o a correre. In queste situazioni, le difficoltà sono dovute alla sensazione dolorosa, che s’intensifica;
  • Presenza di dita a uncino o dita a martello;
  • Comparsa di calli in alcune zone specifiche dei piedi, quali il tallone, i bordi esterni o la zona metatarsale.

Piede Cavo: diagnosi

Per il medico specialista, diagnosticare il piede cavo risulta abbastanza facile già ad un primo esame obiettivo. Nonostante questo, sarà necessario fare particolare attenzione all’anamnesi del paziente, perché come già accennato, a seconda della causa scatenante del Piede Cavo, si sceglierà un diverso tipo di intervento.

Per ottimizzare la diagnosi, sarà necessario ricorrere agli esami strumentali. Per prima cosa verrà fatta fare al paziente una radiografia del piede e della caviglia sia a riposo che, soprattutto, in carico.

Altri esami che possono essere molto utili al completamento diagnostico sono la risonanza magnetica, indicata per lo studio dei tessuti molli, e la TAC, utile per esempio per valutare la degenerazione articolare e il bone stock, ovvero la quantità di osso disponibile e necessaria per effettuare determinate procedure chirurgiche.

Nel caso il Piede Cavo abbia origine neurologica, verrà inoltre prescritta un’Elettromiografia, un esame finalizzato alla valutazione dello stato di salute dei muscoli e delle cellule nervose che controllano quest’ultimi, ossia i cosiddetti motoneuroni.

L’intervento chirurgico del Piede Cavo

Il trattamento conservativo del Piede Cavo viene effettuato esclusivamente per alleviare i sintomi dolorosi. Per curare il Piede Cavo è invece necessario ricorrere all’intervento chirurgico.

La scelta del tipo d’intervento chirurgico più giusto è riservata, ovviamente, al chirurgo e dipende dalla natura della deformità.

L’intera equipe del Dottor Scala, che può vantare una lunga storia di successi nell’ambito della Chirurgia della Caviglia e del Piede, attua interventi sempre meno invasivi per i propri pazienti.

Esistono tre principali tipi di interventi chirurgici possibili:

  1. Quando ad essere implicati sono i muscoli o i tendini, si effettuano operazioni dedicate appositamente ai tessuti molli. Rientrano in tale tipologia procedure quali: l’allungamento del tendine d’Achille, la distensione della fascia plantare, i transfer tendinei e le ricostruzioni legamentose.
  2. Quando il danno è scheletrico, si effettua un’osteotomia. Essa consiste nell’asportazione di porzioni ossee, nell’intento di ridurre la deformità. Le ossa su cui il chirurgo può agire in caso di Piede Cavo sono, per esempio, i metatarsi o il calcagno.
  3. Quando le articolazioni risultano essere del tutto degenerate la priorità diventa tentare di ottenere un piede allineato e stabile. In questi casi si opta per l’artrodesi, che fissa e stabilizza le ossa. Questa scelta è particolarmente indicata per tutti quei pazienti che soffrono di ripetute distorsioni alle caviglie.

Il decorso post-operatorio e il recupero del paziente

Il decorso post-operatorio di un intervento chirurgico del Piede Cavo è abbastanza veloce e non troppo invasivo. Gli interventi oggi vengono fatti soprattutto in anestesia locale, motivo per il quale al paziente è di solito necessaria una sola una notte di degenza. Dopodiché, al paziente verrà applicato uno stivaletto gessato per 30 giorni su cui non potrà caricare peso.

Grazie a una successiva terapia fisioterapica, il paziente può tornare alla normale attività quotidiana nel giro di poco tempo, nel giro di 6 settimane dalla rimozione del gesso.

Contatta Il Dott. Scala

Il Dott. Andrea Scala ha conseguito il suo diploma di Laurea in Medicina e Chirurgia presso la Università Cattolica del S. Cuore – Policlinico “A. Gemelli” di Roma con la discussione della tesi sperimentale, elaborata presso l’Istituto di Clinica Ortopedica diretta dal Prof. G.F. Fineschi, dal titolo: “Studio delle modificazioni cellulari indotte dai metalli di comune impiego in Chirurgia Ortopedica”, riportando il massimo dei voti. E’ specialista in Traumatologia e Ortopedia, specialista in Medicina dello Sport. Dal 1984 al 1988 è stato Assistente del Prof. Pisani nell’Ospedale di Alba (CN), il primo in Italia specializzato nella cura delle patologie della Caviglia e del Piede. Il Dott. Andrea Scala nel 1998 ha impiantato per primo la Protesi di Caviglia a Roma. Grazie ai numerosi anni di esperienza nel settore, alla formazione continua e alla pratica chirurgica effettuata in prestigiosi Centri Ospedalieri e Universitari italiani ed esteri, il Dott. Scala garantisce ai propri pazienti risultati eccellenti, ottenuti attraverso tecniche chirurgiche innovative, accurati studi sul singolo caso clinico e attuazione di terapie di ultima generazione per agevolare e accelerare la rigenerazione dei tessuti. I trattamenti per cui è specializzato sono:

Protesi caviglia
Piede paralitico
Malattia di Haglund
Alluce valgo
Legamenti della caviglia
Alluce rigido
Piede piatto
Neuroma di Morton

Il Dott. Scala è l’unico chirurgo ortopedico specialista italiano iscritto alla Società Francese di Chirurgia della caviglia e del piede. Svolge la propria attività professionale presso la Casa di Cura ARS MEDICA in Via Cesare Ferrero di Cambiano, 2900191 ROMA. Prenota una visita specialistica al numero +39 335 766 2164 o invia una mail all’indirizzo info@footsurgery.it.