Il Piede Equino Paralitico è una patologia del piede fortemente invalidante, che necessita quasi nella totalità dei casi di un intervento chirurgico.

Il Dottor Scala, ortopedico con un’esperienza decennale nella Chirurgia del Piede, ha eseguito numerosi interventi con esito eccezionale, riportando i pazienti al corretto appoggio della pianta del piede.

Le cause che portano alla paralisi del piede sono quasi esclusivamente di natura neurologica. Il gran numero di malattie neurologiche determina una situazione clinica molto variegata, che dipende dalla sede del Sistema Nervoso coinvolta e dai gruppi muscolari che la sede colpita controlla. Il piede, purtroppo, è tra i bersagli privilegiati di queste problematiche poiché è il terminale funzionale dell’arto inferiore.

La Paralisi del Piede, di conseguenza, assume forme cliniche diverse a seconda dei gruppi muscolari implicati. In questa sede tratteremo nello specifico il cosiddetto Piede Equino Paralitico, una delle quattro manifestazioni della paralisi del piede che includono anche il Piede Varo, il Piede Valgo e il Piede Talo-Valgo.

Scopriamo le cause, la diagnosi e come intervenire in un caso di Piede Equino Paralitico.

Cause

Il Piede Equino deriva dalla retrazione del tricipite surale, che porta alla classica condizione di deformazione, appoggio sulla punta del piede e deambulazione steppage (ovvero un’alterazione della deambulazione in cui il soggetto solleva esageratamente e di scatto la coscia sul bacino non riuscendo a flettere il piede).

La causa della caduta in equinismo del piede è dovuta alla paralisi degli estensori del piede (Estensore Comune delle Dita, Estensore Lungo dell’Alluce, Peroniero Terzo, Tibiale Anteriore).

Ma cosa induce alla paralisi il piede? Come anticipato, le cause principali sono da attribuire al subentro di patologie neurologiche. Queste, si suddividono classicamente in:

  • Le malattie del primo motoneurone, che hanno sede nel Sistema Nervoso Centrale, riconoscono differenti cause quali la paralisi cerebrale, gli accidenti vascolari (ictus, ischemia), i traumi cranio-encefalici e del midollo spinale. Il quadro clinico che ne deriva prevalentemente è quello della spasticità. Non mancano componenti di paresi o di paralisi dei muscoli.
  • Le malattie del secondo motoneurone derivano da poliomielite, da mielodisplasia e da lesioni nervose periferiche. Il quadro clinico che ne deriva è quello della paresi, della diminuzione del tono muscolare, della perdita dei riflessi osteotendinei, della atrofia muscolare. Una neuropatia progressiva del neurone motorio inferiore è la malattia di Charcot-Marie Tooth.

Esistono però anche casi in cui l’Equinismo del piede è congenito. In tal caso, la patologia implica anche una deformità scheletrica e non solo tendinea, come solitamente avviene nel caso di patologie neurologiche sopraggiunte in età adulta. Il Piede Equino congenito, presentandosi fin dalla nascita, è sicuramente meno debilitante e permette al paziente di convivere con tale limitazione e persino deambulare, poiché le capacità propriocettive e lo scheletro si sono adattati e plasmati durante la crescita. Certo questo non esclude la necessità di intervenire chirurgicamente per donare al paziente una condizione di vita migliore.

Infine, una possibile causa dell’insorgenza del Piede Equino Paralitico è quella traumatica. Anche in questo caso, come nel precedente, possono essere coinvolti sia nervi e muscoli che scheletro e tessuti molli. Con conseguenza post-traumatica si intende lesioni o fratture ossee che possono coinvolgere non solo il piede ma anche la caviglia. Responsabile principale di questo tipo di deformità la lesione del Tendine di Achille.

Per la grande varietà di cause che possono portare all’Equinismo paralitico del piede, è necessario che il chirurgo faccia un’attenta diagnosi del caso specifico per stabilire l’iter terapeutico.

Sintomi e Diagnosi

I sintomi che lamenterà il paziente che soffre di questa patologia, oltre alla evidente difficoltà o impossibilità di appoggio del piede a terra, saranno una mancanza di sensibilità e di cognizione del movimento. Ricordiamo che il paziente potrà manifestare tali sintomi non solo nel piede, ma anche nel resto della gamba fino alla parte superiore dello scheletro (come nel caso di presenza di recurvatum del ginocchio, lombalgia o patologie della colonna legate ad alterazioni scheletriche dell’arto inferiore).

La diagnosi per il chirurgo ortopedico non risulterà difficile, in quanto purtroppo la deformità e le conseguenti alterazioni del Piede Equino Paralitico sono ben evidenti. Tuttavia, non sempre è semplice comprenderne le cause e pianificare un iter terapeutico efficace.

La parte più importante della diagnosi sarà infatti risalire alle cause scatenanti della condizione patologica, al fine di capire se l’intervento correttivo dovrà coinvolgere solo i tendini e i muscoli o anche le ossa di piede e caviglia e per stabilire il giusto percorso riabilitativo in seguito all’intervento. Possono infatti essere coinvolti:

  • tessuti molli (muscoli e tendini)
  • scheletro (astragalo, tibia e perone)

Come intervenire

A seconda delle cause scatenanti che hanno portato all’equinismo paralitico del piede, la terapia vedrà coinvolti diversi specialisti:

  • Il Neurologo indaga sulla natura della malattia e ricerca la più opportuna terapia medica.
  • Il Fisiatra e il Fisioterapista valutano le riserve funzionali e di mobilità del piede e della caviglia, al fine di mantenerle integre mediante la mobilizzazione e l’uso di mezzi fisici.
  • Il Podologo mette in atto la correzione mediante ortesi delle deformità e delle deviazioni e tutela delle ipercheratosi e delle salienze scheletriche che causano sofferenza la paziente.
  • Il Chirurgo studia la correzione scheletrica e strutturale del piede paralitico quando la terapia medica, riabilitativa ed ortesica hanno esaurito lo spazio per apportare un beneficio sensibile ed apprezzabile.

Lo scopo principale dell’intervento chirurgico è di ottenere un valido appoggio plantare. È di fondamentale importanza che il piede torni a essere nella direzione ideale, in modo da rispettare l’angolo del passo (angolo di Fick), restituendo al piede stabilità e mobilità.

Le possibili soluzioni chirurgiche che possono essere applicate sui tessuti molli sono:

  • trasposizioni o transfer tendinei, i cui si trasferiscono tendine sani e funzionanti per andare a supplire la funzione di tendini dormienti;
  • allungamenti tendinei.

Per quanto riguarda lo scheletro, invece, si può intervenire tramite:  

  • osteotomie (ossia correzioni dello scheletro, che preservino il movimento);
  • artrodesi (fusioni di articolazioni di cui il paziente non controlla il movimento a causa del danno neurologico);
  • protesi di caviglia in associazione ad alti tempi chirurgici in caso di coinvolgimento della caviglia nella deformità patologica.

In seguito alla correzione chirurgica viene effettuata la terapia riabilitativa che aiuta a mantenere per sempre il risultato acquisito con l’intervento, il cui obiettivo è quello di ottenere un valido appoggio plantare.

Contatta Il Dott. Scala

Il Dott. Andrea Scala ha conseguito il suo diploma di Laurea in Medicina e Chirurgia presso la Università Cattolica del S. Cuore – Policlinico “A. Gemelli” di Roma con la discussione della tesi sperimentale, elaborata presso l’Istituto di Clinica Ortopedica diretta dal Prof. G.F. Fineschi, dal titolo: “Studio delle modificazioni cellulari indotte dai metalli di comune impiego in Chirurgia Ortopedica”, riportando il massimo dei voti. E’ specialista in Traumatologia e Ortopedia, specialista in Medicina dello Sport. Dal 1984 al 1988 è stato Assistente del Prof. Pisani nell’Ospedale di Alba (CN), il primo in Italia specializzato nella cura delle patologie della Caviglia e del Piede. Il Dott. Andrea Scala nel 1998 ha impiantato per primo la Protesi di Caviglia a Roma. Grazie ai numerosi anni di esperienza nel settore, alla formazione continua e alla pratica chirurgica effettuata in prestigiosi Centri Ospedalieri e Universitari italiani ed esteri, il Dott. Scala garantisce ai propri pazienti risultati eccellenti, ottenuti attraverso tecniche chirurgiche innovative, accurati studi sul singolo caso clinico e attuazione di terapie di ultima generazione per agevolare e accelerare la rigenerazione dei tessuti. I trattamenti per cui è specializzato sono:

Protesi caviglia
Piede paralitico
Malattia di Haglund
Alluce valgo
Legamenti della caviglia
Alluce rigido
Piede piatto
Neuroma di Morton

Il Dott. Scala è l’unico chirurgo ortopedico specialista italiano iscritto alla Società Francese di Chirurgia della caviglia e del piede. Svolge la propria attività professionale presso la Casa di Cura ARS MEDICA in Via Cesare Ferrero di Cambiano, 2900191 ROMA. Prenota una visita specialistica al numero +39 335 766 2164 o invia una mail all’indirizzo info@footsurgery.it.

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