Il tuo piede si presenta con un arco ridotto e con la pianta quasi completamente rivolta al suolo? Allora potresti soffrire di piede piatto valgo pronato. Questa particolare patologia del piede costringe le persone ad una camminata faticosa ed innaturale e spesso molto dolorosa. Risultano ostacolati anche in quei movimenti che sembrano all’apparenza semplici e banali. La malattia, infatti, può arrivare a coinvolgere altre zone del piede provocando gonfiori (soprattutto negli arti inferiori) ed infiammazioni. Il  piede piatto valgo pronato è presente in ogni fascia di età. Ad ogni fascia di età corrisponde una presentazione clinica e uno specifico trattamento.

Si capisce, dunque, che intervenire per tempo rivolgendosi ad uno specialista ortopedico della cura del piede è assolutamente consigliato.

Aspetto clinico del piede piatto valgo pronato: cedimento dell’arco mediale del piede. Si vede che l’impronta del piede è allargata perché le ossa toccano il suolo.

Aspetto clinico del piede piatto valgo pronato: cedimento dell’arco mediale del piede. Si vede che l’impronta del piede è allargata perché le ossa toccano il suolo.

 

Piede piatto come riconoscerlo e come agire

Nel  piede piatto valgo pronato l’arco plantare mediale non è perfettamente conformato. Mancano i legamenti che sostengono l’articolazione astragalo-scafoidea e scafo-cuneiforme. Le ossa cedono verso il suolo ogni volta che il piede è in fase di appoggio. Questa particolare forma del piede non garantisce una buona distribuzione del peso del corpo. Lo spostamento delle ossa del piede verso l’interno provoca anche un cedimento anomalo del piede. La conseguenza del cedimento interno è lo spostamento del calcagno verso l’esterno, in valgo. La deambulazione si verifica con un passo rallentato, faticoso, stanco e molto spesso anche doloroso. Va sottolineato che questa condizione comporta disturbi delle ginocchia, delle anche e alterazioni della postura in generale.

Il piede piatto, inoltre, si manifesta non solo nell’adulto, ma anche nella primissima infanzia e nel bambino e in tutti questi casi può essere corretto.

Piede piatto valgo pronato in età infantile e giovanile

Le cause del piede piatto valgo pronato in età infantile e giovanile sono dovute alla predisposizione genetica e familiare. Tra le cause del piede piatto valgo pronato infantile e giovanile possono esserci anche disturbi i tipo neurologico.

In età infantile e giovanile (fino a 13 anni) il piede piatto valgo pronato si cura con l’impianto di endortesi seno-tarsica

La RXgrafia mostra il grave cedimento dell’arco del piede nel piede piatto valgo pronato dell’infanzia

La RXgrafia mostra il grave cedimento dell’arco del piede nel piede piatto valgo pronato dell’infanzia

 

La RXgrafia post-operatoria mostra l’effetto della endortesi astragalo-calcaneale. L’arco mediale del piede è ricostruito e sollevato dal suolo.

La RXgrafia post-operatoria mostra l’effetto della endortesi astragalo-calcaneale. L’arco mediale del piede è ricostruito e sollevato dal suolo.

 

Un buon specialista ortopedico si accorge subito della patologia del piede piatto valgo pronato e farà analisi mirate per dare forza alla sua teoria e trovare il miglior modo per curare il proprio paziente. Il dottor Andrea Scala, in particolare, è considerato uno tra i più grandi specialisti in Italia rispetto alle patologie del piede. È in grado di eliminare i sintomi della patologia permettendo al soggetto di riprendere le proprie attività con soluzioni adeguate e differenti a seconda che si tratti di un paziente in tenera età o adulto.

In quest’ultimo caso, nel dettaglio, lo specialista può agire con terapia conservativa nei casi più lievi, mentre in caso sia presente una situazione dolorosa allora sarà necessario ricorrere alla chirurgia ripristinando l’intero arco plantare.

Perché fare l’intervento al piede piatto

L’intervento al piede piatto, soprattutto negli adulti, è consigliato dallo specialista nei casi più gravi. Si tratta di un’operazione che può risolvere il problema ed eliminare il dolore grazie ad una ricostruzione dell’arco plantare che invece manca a chi soffre di questa patologia.

Un dolore che non viene percepito solamente nella parte basse del piede, ma anche in corrispondenza del tibiale posteriore e nell’area centrale e, visto che coinvolge i tendini, può arrivare ad estendersi anche fino alle gambe, al ginocchio e alla zona lombare manifestando anche gonfiori nella parte interna della caviglia e fastidi articolari.

Operare, quindi, può essere l’unica soluzione per riappropriarsi della propria vita, senza rinunce.

Per diagnosticare il piede piatto, lo specialista deve eseguire una serie di esami, prendere in considerazione la storia clinica del paziente, effettuare test per il bilanciamento di muscoli e tendini e poi osservare il comportamento assunto dai piedi del soggetto in fase di carico e mentre cammina. In alcuni casi, in base alla gravità della patologia, per effettuare una diagnosi ancora più chiara lo specialista potrebbe anche richiedere una TAC.

Una volta che l’ortopedico chirurgo ha valutato la situazione – a seconda della gravità della deformazione, l’età del paziente e la condizione fisica generale – può procedere chirurgicamente in modo da offrire alla persona la possibilità di camminare liberamente di nuovo, svolgere sport e attività quotidiane senza dolore.

Intervento al piede piatto valgo pronato, i tempi di recupero per stare meglio

Tutti i pazienti affetti da piede piatto valgo pronato, in ogni classe di età vengono sottoposti a ripetuti cicli di fisioterapia e terapia riabilitatativa.

A tutti i pazienti affetti da piede piatto valgo pronato, in ogni classe di età viene prescritta una ortesi plantare da portare in permanenza per mesi.

Quando si osserva clinicamente che non avviene miglioramento clinico delle condizioni del paziente dopo la terapia conservativa, ma si accerta il progressivo peggioramento allora si prescrive l’intervento chirurgico.

Piede piatto valgo pronato in età giovanile  e adulta

Nella classe di età giovanile  e adulta(18 anni – 40 anni) sulla base della gravità del piede piatto viene praticata la osteotomia del calcagno e la ricostruzione capsulo-legamentosa mediale o interna.

La osteotomia del calcagno consiste in un intervento poco invasivo e che permette al soggetto di recuperare i movimenti in tempi brevi. L'unica condizione per affrontare un intervento di questo tipo, però, è che la cartilagine della articolazione tra astragalo e calcagno non sia già ad uno stato di degenerazione irrimediabile.

La osteotomia del calcagno consiste in un intervento poco invasivo e che permette al soggetto di recuperare i movimenti in tempi brevi. L’unica condizione per affrontare un intervento di questo tipo, però, è che la cartilagine della articolazione tra astragalo e calcagno non sia già ad uno stato di degenerazione irrimediabile.

 

I tempi di recupero di un intervento al piede piatto valgo pronato nella classe di età giovanile (18 anni – 40 anni)

i tempi di recupero saranno  ridotti mentre in casi più gravi il paziente dovrà seguire un percorso di riabilitazione e fisioterapia leggermente più lungo. Si consideri che, per quanto riguarda il paziente curato con osteotomia ritensione capsulo-tendinea mediale, sarà necessario un periodo di riposo in scarico di circa 4 settimane. Successivamente  è previsto un periodo di deambulazione con stampelle che dura 4 settimane. Al termine i pazienti possono tornare alle attività lavorative e quotidiane. La ripresa dello sport varia dai 3 ai 4 mesi.

Piede piatto valgo pronato in età adulta

Nella classe di età adulta (40 anni e oltre) sulla base della gravità del piede piatto viene praticata la osteodesi tra astragalo e calcagno.

Nella classe di età adulta matura, quando si accerta la degenerazione artrosica della cartilagine tra calcagno e astragalo si procede alla accurata pulizia dei residui della articolazione malata. Le due articolazioni vengono fatte combaciare e vengono fissate con viti. Il piede recupera una corretta posizione articolare e trova sollievo dal dolore cronico articolare. La caviglia non viene mai toccata e il paziente si muove liberamente senza gesso.

La TAC mostra un piede piatto valgo con grave artrosi presente tra astragalo e calcagno. L’artrodesi non tocca la caviglia che è indenne dalla artrosi.

La TAC mostra un piede piatto valgo con grave artrosi presente tra astragalo e calcagno. L’artrodesi non tocca la caviglia che è indenne dalla artrosi.

 

La RXgrafia mostra il grave cedimento dell’arco del piede nel piede piatto valgo pronato dell’adulto.

La RXgrafia mostra il grave cedimento dell’arco del piede nel piede piatto valgo pronato dell’adulto.

 

La RXgrafia post-operatoria mostra l’effetto della artrodesi con viti e innesto osseo astragalo-calcaneale. L’arco mediale del piede è ricostruito e sollevato dal suolo.

La RXgrafia post-operatoria mostra l’effetto della artrodesi con viti e innesto osseo astragalo-calcaneale. L’arco mediale del piede è ricostruito e sollevato dal suolo.

 

Nel caso in cui viene fissata con viti l’articolazione tra calcagno e astragalo (osteodesi o artrodesi) i tempi sarà necessario un periodo di riposo in scarico di circa 4 settimane. Successivamente  è previsto un periodo di deambulazione con stampelle che dura 4 settimane. Al termine i pazienti possono tornare alle attività lavorative e quotidiane. La ripresa dello sport varia dai 3 ai 4 mesi.

Certo è che ogni paziente verrà seguito e monitorato costantemente per permettergli di tornare a muoversi e seguire le proprie attività quotidiane senza dolore e fastidi il più presto possibile. Il soggetto tornerà a camminare normalmente, con una postura corretta e libero da anomale sollecitazioni a carico delle ginocchia e delle anche.

Hai il piede piatto e vuoi trovare una soluzione al dolore? Allora contatta subito lo studio medico del dottor Andrea Scala per fissare un appuntamento il prima possibile.

 

Contatta Il Dott. Andrea Scala

Il Dott. Andrea Scala ha conseguito il suo diploma di Laurea in Medicina e Chirurgia presso la Università Cattolica del S. Cuore – Policlinico “A. Gemelli” di Roma con la discussione della tesi sperimentale, elaborata presso l’Istituto di Clinica Ortopedica diretta dal Prof. G.F. Fineschi, dal titolo: “Studio delle modificazioni cellulari indotte dai metalli di comune impiego in Chirurgia Ortopedica”, riportando il massimo dei voti. E’ specialista in Traumatologia e Ortopedia, specialista in Medicina dello Sport. Dal 1984 al 1988 è stato Assistente del Prof. Pisani nell’Ospedale di Alba (CN), il primo in Italia specializzato nella cura delle patologie della Caviglia e del Piede. Il Dott. Andrea Scala nel 1998 ha impiantato per primo la Protesi di Caviglia a Roma. Grazie ai numerosi anni di esperienza nel settore, alla formazione continua e alla pratica chirurgica effettuata in prestigiosi Centri Ospedalieri e Universitari italiani ed esteri, il Dott. Scala garantisce ai propri pazienti risultati eccellenti, ottenuti attraverso tecniche chirurgiche innovative, accurati studi sul singolo caso clinico e attuazione di terapie di ultima generazione per agevolare e accelerare la rigenerazione dei tessuti. I trattamenti per cui è specializzato sono:

Protesi caviglia
Piede paralitico
Malattia di Haglund
Alluce valgo
Legamenti della caviglia
Alluce rigido
Piede piatto
Neuroma di Morton

Il Dott. Scala è l’unico chirurgo ortopedico specialista italiano iscritto alla Società Francese di Chirurgia della caviglia e del piede. Svolge la propria attività professionale presso la Casa di Cura ARS MEDICA in Via Cesare Ferrero di Cambiano, 2900191 ROMA. Prenota una visita specialistica al numero +39 335 766 2164 o invia una mail all’indirizzo info@footsurgery.it.