I rami nervosi periferici sono la parte più sensibile del corpo. L’infiammazione dei nervi plantari digitali, neuroma di Morton è molto invalidante.

neuroma di Morton

Al giorno d’oggi, vuoi per la crescente informazione a livello globale, le persone stanno sempre più attente alla loro salute. Non solo, oramai il concetto di prevenzione fa parte della vita di tutti noi e questo è solo che un bene.

Purtroppo, soprattutto per chi non è del settore, molto spesso alcune patologie vengono erroneamente sottovalutate, pertanto il paziente si rivolge al medico quando ormai la situazione risulta fortemente compromessa.

Una parte del corpo ai cui solitamente la maggior parte delle persone presta meno attenzione sono gli arti inferiori, quelli che ci consentono di camminare. E’ vero che le patologie che colpiscono queste parti del corpo non incidono sulle funzioni vitali, ma è altrettanto vero che i disagi da loro provocati possono mettere a dura prova la sopportabilità del paziente.

La mia esperienza nel settore.

Lavoro da anni come chirurgo ortopedico a Roma e posso garantirti che patologie come il neuroma di Morton, alluce valgo e artrosi della caviglia, se non curate in tempo, possono degenerare e causare gravi limitazioni alla deambulazione.

Molte persone si sottopongono giustamente a controlli periodici del cuore o della glicemia. Come mai solo pochi decidono di effettuare anche delle visite ortopediche? Certo, cuore e reni sono organi vitali, ma anche la salute di nostri piedi e caviglie lo è, in quanto, senza di loro, non potremmo muoverci e quindi condurre una vita normale.

In questo articolo affronteremo da vicino il neuroma di Morton: il nome può suonare poco rassicurante ed infatti è una patologia seria. Al tempo stesso posso però rassicurarti sul  fatto che oggi, soprattutto quando si interviene tempestivamente, è possibile curare con successo il neuroma di Morton e tornare alla vita di tutti i giorni in poco tempo.

Neuroma di Morton: qual è la cura più efficace?  

Sebbene in lingua italiana il nome “Morton” possa suonare alquanto poco rassicurante, in realtà non si tratta altro che del cognome dello studioso che per primo ha osservato questo fenomeno.

Thomas Morton, questo fu il nome del medico americano che per primo decise di studiare l’infiammazione ed il conseguente aumento di volume del ramo nervoso plantare e della biforcazione dei rami digitali collocata a livello del 3° e 4° metatarso e del 3° e 4° dito.

Lo schema mostra la localizzazione della infiammazione del nervo (neuroma) a livello del 3° e 4° metatarso e del 3° e 4° dito.

Lo schema mostra la localizzazione della infiammazione del nervo (neuroma) a livello del 3° e 4° metatarso e del 3° e 4° dito.

Man mano che aumenta l’infiammazione e il nervo si ingrossa in uno spazio molto ristretto, insorge un dolore molto intenso, con una direzione ben definita. Il dolore arriva nella maggior parte dei casi, ad impedire la deambulazione di chi ne soffre.

Nonostante i numerosi studi compiuti sul neuroma di Morton, non si è ancora arrivati a stabilire quale sia la causa precisa. Si tratta di una molteplicità di fattori:

il piede cavo

la condizione clinica di metatarsalgia

la lassità legamentosa dei metatarsi,

la contrattura dei  muscoli della gamba con frequenti crampi muscolari,

la compressione del nervo da parte delle teste metatarsali,

la deambulazione “in punta di piedi”

la condizione ereditaria  tipo alluce valgo

lo squilibro nella distribuzione dei carichi

lo squilibrio nella  tensione dei tendini delle dita

 

Lo schema mostra la localizzazione a livello plantare della infiammazione del nervo (neuroma) a livello del 3° e 4° metatarso e del 3° e 4° dito.

Lo schema mostra la localizzazione a livello plantare della infiammazione del nervo (neuroma) a livello del 3° e 4° metatarso e del 3° e 4° dito.

La verità sul neuroma di Morton.

Al di là dei vari aspetti clinici, la verità per chi soffre del neuroma di Morton è una e soltanto: sintomi come dolore tipo scossa elettrica, bruciore e intorpidimento del piede sono tali da provocare parecchi disagi. E’ possibile ridurre lievemente i sintomi rimuovendo prontamente le scarpe, massaggiando il piede e tenendolo a riposo, ma comprendi bene che non è condizione tale da consentirti di affrontare con serenità la vita di tutti i giorni.

Fortunatamente, però, oggi la medicina è in grado di offrire delle ottime soluzioni a tutti coloro che soffrono di tale patologia.

Esistono varie terapie che il chirurgo ortopedico può, previa diagnosi clinica, intraprendere in base alla gravità della situazione del paziente.

Non aspettare che il neuroma di Morton degeneri.

Prima di vedere nel dettaglio tutte le possibili cure, è doveroso specificare che, come vedremo tra poco, la tempestività gioca un ruolo fondamentale. Solitamente tutti ci rechiamo dal medico quando avvertiamo dei disturbi persistenti in corrispondenza degli organi più importanti e bisognerebbe fare altrettanto anche con i piedi. Prima viene effettuata la diagnosi, prima si può procedere con la cura appropriata e, nel caso del neuroma di Morton, questa è strettamente correlata al suo stadio di avanzamento.

Se la diagnosi avviene entro sei mesi dalla comparsa dei primi sintomi, il neuroma di Morton può essere tenuto sotto controllo mediante le così dette “terapie conservative” che in questo caso specifico consistono in fisioterapia e trattamenti farmacologici di vario genere.

Le terapie conservative.

Nessuno mette in dubbio che questi trattamenti possano apportare notevoli benefici a coloro che ne soffrono relativamente da poco tempo, ma c’è un altro aspetto di cui bisogna tenere conto. Il neuroma di Morton è una patologia infiammatoria, pertanto può essere che, indipendentemente dalle terapie, questa continui a degenerare con il passare del tempo.

Ecco che in questi, sebbene la fisioterapia non abbia effetti collaterali, non si può dire altrettanto dei farmaci. Infatti, farmaci analgesici e antinfiammatori di tipo steroideo, soprattutto se assunti in dosi alte per lunghi periodi di tempo, possono causare effetti collaterali di una certa entità.

A questo punto, l’unica cura efficace contro il neuroma di Morton consiste in un’operazione chirurgica finalizzata alla rimozione del nervo soggetto ad incremento di volume. In questo modo, oltre ad eliminare il dolore, viene ristabilita la corretta funzionalità del piede senza necessità di intraprendere altre terapie conservative.

Come si opera il neuroma di Morton?  

Immagino che l’idea di sottoporti ad un intervento chirurgico sia fonte di preoccupazione. Come chirurgo ortopedico di Roma posso garantirti che nessuno dei miei pazienti è “felice” di operarsi. La buona notizia che posso darti è che, grazie ai numerosi passi in avanti compiuti sia dalla medicina che dalla tecnologia, oggi è possibile operare il neuroma di Morton sfruttando la tecnica “mini-invasiva”. Molto brevemente, grazie a questa tecnica il 95% dell’operazione avviene a livello sottocutaneo e l’unico segno visibile dall’esterno sarà una cicatrice di pochi millimetri. Al di là dell’aspetto estetico che può essere più o meno soggettivo, tale tecnica di intervento consente di ridurre sia i rischi di infezione che i tempi operatori e post-operatori.

Neuroma di Morton: stai ancora aspettando?

Se hai notato uno strano fastidio nella parte superiore del piede, non perdere altro tempo, effettua subito una visita ortopedica. Grazie ad una diagnosi tempestiva potremo inanzi tutto stabilire se trattasi o no di neuroma di Morton e, nel caso dovesse esserlo, intervenire prontamente con la cura migliore. Nel caso dovessimo ricorrere ad un’operazione chirurgica non allarmarti, come abbiamo visto si tratta di un intervento relativamente veloce, poco complesso e in grado di farti tornare a camminare normalmente nel giro di poche settimane.

Contatta Il Dott. Scala

Il Dott. Andrea Scala ha conseguito il suo diploma di Laurea in Medicina e Chirurgia presso la Università Cattolica del S. Cuore – Policlinico “A. Gemelli” di Roma con la discussione della tesi sperimentale, elaborata presso l’Istituto di Clinica Ortopedica diretta dal Prof. G.F. Fineschi, dal titolo: “Studio delle modificazioni cellulari indotte dai metalli di comune impiego in Chirurgia Ortopedica”, riportando il massimo dei voti. E’ specialista in Traumatologia e Ortopedia, specialista in Medicina dello Sport. Dal 1984 al 1988 è stato Assistente del Prof. Pisani nell’Ospedale di Alba (CN), il primo in Italia specializzato nella cura delle patologie della Caviglia e del Piede. Il Dott. Andrea Scala nel 1998 ha impiantato per primo la Protesi di Caviglia a Roma. Grazie ai numerosi anni di esperienza nel settore, alla formazione continua e alla pratica chirurgica effettuata in prestigiosi Centri Ospedalieri e Universitari italiani ed esteri, il Dott. Scala garantisce ai propri pazienti risultati eccellenti, ottenuti attraverso tecniche chirurgiche innovative, accurati studi sul singolo caso clinico e attuazione di terapie di ultima generazione per agevolare e accelerare la rigenerazione dei tessuti. I trattamenti per cui è specializzato sono:

Protesi caviglia
Piede paralitico
Malattia di Haglund
Alluce valgo
Legamenti della caviglia
Alluce rigido
Piede piatto
Neuroma di Morton

Il Dott. Scala è l’unico chirurgo ortopedico specialista italiano iscritto alla Società Francese di Chirurgia della caviglia e del piede. Svolge la propria attività professionale presso la Casa di Cura ARS MEDICA in Via Cesare Ferrero di Cambiano, 2900191 ROMA. Prenota una visita specialistica al numero +39 335 766 2164 o invia una mail all’indirizzo info@footsurgery.it.