Ictus cerebrale e molte malattie neurologiche causano il piede equino. L’intervento per piede equino si deve fare quanto prima. Per evitare che la deformità divenga rigida ed incorreggibile. Si può fare il trapianto dei tendini. Il piede assume una forma e una funzionalità quasi normale.

Quando una persona cammina in punta di piedi, appoggiando solo ed esclusivamente la punta anziché tutta la pianta, allora potrebbe avere un problema di piede equino.

Chi soffre di questa patologia, infatti, non riesce ad appoggiare correttamente il piede a terra e la conseguenza più ovvia ricade sull’equilibrio della persona che diventa molto instabile. Questa situazione, però, può essere ridotta grazie ad una serie di cure efficaci che solo un ottimo specialista nel campo ortopedico può prescrivere, in base alla gravità della situazione e alle patologie del soggetto.

I pazienti affetti da ictus cerebrale non possono mandare gli impulsi elettrici al midollo spinale a causa della morte dei neuroni. La conseguenza a ciò è che alcuni muscoli si paralizzano mentre altri diventano spastici. La metà del corpo rimane paralizzata.

In altri casi, invece, una compressione del midollo spinale può ostacolare il passaggio dell’elettricità all’interno delle radici nevose e dei nervi periferici. Questo può accadere a seguito di un trauma, oppure di un intervento per ernia del disco. La conseguenza a ciò è che alcuni muscoli si paralizzano mentre altri diventano spastici.

Il disegno mostra in modo elementare che dopo l’ictus le cellule cerebrali muoiono. Non avviene il passaggio degli impulsi elettrici dall’altra parte del cervello. Tutti comprendono che la parte del corpo opposta all’ictus rimane paralizzata. Non c’è rigenerazione. Non c’è ripresa della elettricità. Non c’è “neuroplasticità”. Solo chi ha uno scopo diverso dal benessere insiste per anni con terapie inutili.

Il disegno mostra in modo elementare che dopo l’ictus le cellule cerebrali muoiono. Non avviene il passaggio degli impulsi elettrici dall’altra parte del cervello. Tutti comprendono che la parte del corpo opposta all’ictus rimane paralizzata. Non c’è rigenerazione. Non c’è ripresa della elettricità. Non c’è “neuroplasticità”. Solo chi ha uno scopo diverso dal benessere insiste per anni con terapie inutili.

 

Lo schema mostra che la paralisi muscolare dovuta all’ictus provoca la retrazione del tendine d’Achille. A causa della paralisi il calcagno non appoggia al suolo. Nessun botulino e nessuna riabilitazione possono allungare il tendine d’Achille e fare toccare il calcagno al suolo. Solo l’intervento chirurgico può fare questa correzione. Solo chi ha uno scopo diverso insiste per anni con terapie inutili. Solo chi ha uno scopo diverso dalla correzione non comprende che la malattia del cervello non c’entra nulla con la paralisi del piede. Sono due cose distinte e separate.

Lo schema mostra che la paralisi muscolare dovuta all’ictus provoca la retrazione del tendine d’Achille. A causa della paralisi il calcagno non appoggia al suolo. Nessun botulino e nessuna riabilitazione possono allungare il tendine d’Achille e fare toccare il calcagno al suolo. Solo l’intervento chirurgico può fare questa correzione. Solo chi ha uno scopo diverso insiste per anni con terapie inutili. Solo chi ha uno scopo diverso dalla correzione non comprende che la malattia del cervello non c’entra nulla con la paralisi del piede. Sono due cose distinte e separate.

 

Questa paziente rimane in questa penosa situazione da cinque anni. La riabilitazione e il botulini non hanno corretto il piede equino. Lo schema mostra il piede normale che appoggia al suolo e il piede equino che rimane sollevato a causa della paralisi e della retrazione del tendine d’Achille. Si vede indicata la inutile molla di Codivilla, odiata da tutti i pazienti. Se si perde tempo la deformità diviene fissa, rigida, incorreggibile. Il malato viene condannato alla invalidità e alla deformità per tutta la vita.

Questa paziente rimane in questa penosa situazione da cinque anni. La riabilitazione e il botulini non hanno corretto il piede equino. Lo schema mostra il piede normale che appoggia al suolo e il piede equino che rimane sollevato a causa della paralisi e della retrazione del tendine d’Achille. Si vede indicata la inutile molla di Codivilla, odiata da tutti i pazienti. Se si perde tempo la deformità diviene fissa, rigida, incorreggibile. Il malato viene condannato alla invalidità e alla deformità per tutta la vita.

 

La foto mostra il grave danno che subisce il ginocchio dell’arto paralitico. Quando la paziente si sforza di appoggiare il calcagno al suolo per trovare un poco di stabilità, il ginocchio viene piegato e deformato posteriormente in modo innaturale. Questa grave deformità si definisce “ginocchio recurvato”. Si vede la carrozzina. La paziente è invalida, non è autonoma, deve essere sorretta per stare in piedi. Vive quotidianamente l’umiliazione di dovere dipendere in tutto e per tutto.

La foto mostra il grave danno che subisce il ginocchio dell’arto paralitico. Quando la paziente si sforza di appoggiare il calcagno al suolo per trovare un poco di stabilità, il ginocchio viene piegato e deformato posteriormente in modo innaturale. Questa grave deformità si definisce “ginocchio recurvato”. Si vede la carrozzina. La paziente è invalida, non è autonoma, deve essere sorretta per stare in piedi. Vive quotidianamente l’umiliazione di dovere dipendere in tutto e per tutto.

 

Occorre prestare attenzione ai piedi, che sono una parte fondamentale del corpo; una parte che spesso è sottovalutata ma ci consente di eseguire i movimenti quotidiani che spesso diamo per scontati. Riappropriarcene, dunque, anche solo in parte diventa fondamentale. Ecco perché occorre sempre rivolgersi ad esperti e specialisti del piede come il dottor Andrea Scala, conosciuto in tutta Italia.

Piede equino, cos’è e quali sono le cause

Il piede equino è una malformazione scheletrica ed articolare che interessa l’estremità dell’arto inferiore e che si presenta con la punta del piede che tende ad essere rivolta verso il basso. Si tratta di una patologia invalidante e che porta il soggetto a camminare in maniera innaturale, con solo le punte appoggiate a terra, col tallone sollevato e la zona posteriore della pianta non allineata alle gambe e alle ginocchia.

Si capisce che in questa situazione la stabilità è fortemente compromessa e spesso è impossibile per il soggetto affetto da piede equino potersi muovere liberamente. Questa patologia può coinvolgere più elementi del piede a partire dai tessuti molli, cioè muscoli e tendini (in particolare il tendine d’Achille) fino allo scheletro, in particolare tibia, perone e astragalo.

Le cause di questa malformazione si possono ricondurre a problematiche di tipo congenito, neurologico oppure post-traumatico. Nel dettaglio di parla di cause congenite quando dipendono da una malattia o un disordine che si è presentato sin dalla nascita. Diverse sono le cause neurologiche che comprendono, come suggerisce il nome stesso, il sistema neurologico centrale e periferico da cui trae origine questa patologia. Infine, esistono cause post-traumatiche che si presentano a seguito di fratture della colonna vertebrale. Anche interventi di neurochirurgia posso avere come esito il piede equini: aneurismi cerebrali, tumori del sistema nervoso, ernie del disco.

Il piede equino nell’adulto si può estendere ben oltre la zona del piede e della caviglia ed essere presente con diverse sintomatologie che si possono localizzare nel piede, come abbiamo visto, ma anche nella caviglia oppure nel ginocchio e nella colonna vertebrale (in questo caso tramite alterazioni scheletriche dell’arto inferiore e lombalgia).

Ad ogni causa una soluzione: come si interviene nelle patologie congenite

 Abbiamo visto le cause del piede equino, ora vediamo come può un paziente trovare cura o sollievo da questa patologia. Quando l’origine è congenita e siamo di fronte al cosiddetto “equino-varo-supinato”, la deformità è diagnosticata già alla nascita e divisa per gravità.

Il piede equino nell’infanzia. Ci sarà un PTC Piede Torto Congenito posturale, spesso dovuto a posizioni errate assunte dai piedini del feto durante la gravidanza. In questi casi si può intervenire subito grazie a manipolazioni effettuate rigorosamente da specialisti esperti, come il dottor Scala.

Un secondo livello di gravità è quello detto PTC flessibile. Si tratta di casi in cui il piede torto congenito può essere ancora corretto in tenera età grazie all’utilizzo di gessetti che guidano i piedi ad assumere la posizione corretta. Infine, c’è un terzo livello di gravità per i casi congeniti ovvero il PTC rigido, ossia casi in cui non si può più correggere passivamente il piede torto. Un miglioramento può esserci, ma solo grazie ad un intervento chirurgico correttivo precoce, che deve avvenire prima dell’inizio della deambulazione (il cosiddetto metodo Codivilla, oppure la metodica Ponseti).

Cosa fare quando il piede equino ha cause neurologiche

 Il piede equino si può presentare anche a causa di un danno neurologico celebrale o midollare. Nel primo caso, in particolare, il soggetto deve aver subito un’ischemia o un’emorragia cerebrale che ha danneggiato i centri del cervello deputati al controllo del movimento dei muscoli. In questo caso l’arto inferiore del soggetto si deforma nella triplice flessione (anca, ginocchio e caviglia) e la retrazione del tendine d’Achille e la paralisi dei peronieri comportano la caratteristica grave deformità in equino –varo- supinato del piede malato. Accade anche, ma fortunatamente i casi sono molto rari, che a causare il danno neurologico siano malattie familiari oppure malattie infantili come la poliomielite, un’infezione virale che attacca il sistema nervoso centrale.

Nel secondo caso, invece, una compressione del midollo spinale può ostacolare il passaggio dell’elettricità all’interno delle radici nevose e dei nervi periferici. La conseguenza a ciò è che alcuni muscoli si paralizzano mentre altri diventano spastici.

Si capisce dunque che, una volta trovata la causa chiara della patologia, per una cura efficace occorre coinvolgere non solo un chirurgo ortopedico del piede, ma anche ottimi specialisti come neurologi, fisioterapisti, tecnici ortopedici e podologi. Insieme studieranno la terapia migliore per consentire al soggetto di riappropriarsi di alcuni movimenti fondamentali.

Piede equino post-traumatico, come si interviene

Una tra le cause di piede equino è post traumatica ovvero fratture che interessano il pilone tibiale e le fratture tri-malleolari. Ci sono fratture che spesso non vengono diagnosticate perfettamente e quindi vengono sottovalutate portando il soggetto a dover far i conti con la rigidità della caviglia e la deformità in equino del piede.

In tutti questi casi lo specialista deve valutare perfettamente, in base alla gravità della situazione e allo stato di salute del paziente, la terapia da effettuare. Nella maggioranza dei casi non tutti i muscoli ed i tendini sono paralizzati. In questi casi i tendini più attivi vengono trapiantati al posto dei tendini paralitici. Il piede assume una forma e una funzionalità quasi normale. L’intervento per piede equino si deve fare quanto prima. Per evitare che la deformità divenga rigida ed incorreggibile.

In ogni caso quando il dolore è insopportabile e la mobilità è irreparabilmente compromessa, l’operazione chirurgica resta l’unica soluzione in grado di ripristinare una situazione di normalità.

Vuoi sapere qualcosa in più rispetto alla cura del piede equino? Allora puoi fissare subito un appuntamento con il dottor Andrea Scala e rivolgergli tutte le tue domande.

Contatta Il Dott. Andrea Scala

Il Dott. Andrea Scala ha conseguito il suo diploma di Laurea in Medicina e Chirurgia presso la Università Cattolica del S. Cuore – Policlinico “A. Gemelli” di Roma con la discussione della tesi sperimentale, elaborata presso l’Istituto di Clinica Ortopedica diretta dal Prof. G.F. Fineschi, dal titolo: “Studio delle modificazioni cellulari indotte dai metalli di comune impiego in Chirurgia Ortopedica”, riportando il massimo dei voti. E’ specialista in Traumatologia e Ortopedia, specialista in Medicina dello Sport. Dal 1984 al 1988 è stato Assistente del Prof. Pisani nell’Ospedale di Alba (CN), il primo in Italia specializzato nella cura delle patologie della Caviglia e del Piede. Il Dott. Andrea Scala nel 1998 ha impiantato per primo la Protesi di Caviglia a Roma. Grazie ai numerosi anni di esperienza nel settore, alla formazione continua e alla pratica chirurgica effettuata in prestigiosi Centri Ospedalieri e Universitari italiani ed esteri, il Dott. Scala garantisce ai propri pazienti risultati eccellenti, ottenuti attraverso tecniche chirurgiche innovative, accurati studi sul singolo caso clinico e attuazione di terapie di ultima generazione per agevolare e accelerare la rigenerazione dei tessuti. I trattamenti per cui è specializzato sono:

Protesi caviglia
Piede paralitico
Malattia di Haglund
Alluce valgo
Legamenti della caviglia
Alluce rigido
Piede piatto
Neuroma di Morton

Il Dott. Scala è l’unico chirurgo ortopedico specialista italiano iscritto alla Società Francese di Chirurgia della caviglia e del piede. Svolge la propria attività professionale presso la Casa di Cura ARS MEDICA in Via Cesare Ferrero di Cambiano, 2900191 ROMA. Prenota una visita specialistica al numero +39 335 766 2164 o invia una mail all’indirizzo info@footsurgery.it.