Non c’è bisogno di staccare il tendine d’Achille per poi riattaccarlo in modo artificiale con viti e fili non riassorbibili. L’operazione si fa in modo naturale

Siamo tutti d’accordo: i piedi sono una parte fondamentale del corpo umano che ci sorregge in tutte le nostre azioni quotidiane. Una cura amorevole, quindi, è fondamentale soprattutto in caso si manifestino segni di debolezze e malattie che possano compromettere la camminata o qualsiasi movimento quotidiano.

Rivolgersi ad un buon specialista ortopedico esperto in chirurgia della caviglia e del piede

risulta indispensabile ogni volta che ci si trova di fronte a qualche difficoltà. Solo uno specialista, infatti, può riconoscere subito alcuni campanelli d’allarme e può proseguire con le indagini mediche che permetteranno di ritrovare il movimento.

Tra le patologie che solo un buon specialista ortopedico esperto in chirurgia della caviglia e del piede può individuare c’è di certo anche il morbo di Haglund. Si tratta di una prominenza ossea (detta anche “esostosi”) che si trova a livello dell’angolo postero-superiore del calcagno, nella zona d’inserzione con il tendine d’Achille e l’osso calcaneare.

Una condizione che spesso arriva a causare forte dolore al tallone e provoca importanti problemi di deambulazione che vanno curati il prima possibile per evitare l’aggravarsi della situazione complessiva.

Malattia di Haglund: origini e cause

Questa condizione clinica si chiama sindrome di Haglund (oppure malattia di Haglund). Sindrome vuol dire complesso di sintomi presenti in maniera caratteristica e riconoscibile in una condizione particolare clinica. Riconosce una origine multifattoriale e sono stati individuati tre diversi fattori di rischio.

A) Tra queste troviamo le cause anatomiche, legate a problemi relativi alla forma della zona del calcagno e del tallone. In particolare, una conformazione particolare può causare una sollecitazione nociva e provocare uno stress sulla zona posteriore del piede.

B) In secondo caso, ad incidere sulla patologia troviamo anche cause funzionali che riguardano tutti gli sportivi che sforzano in modo eccessivo la zona posteriore del piede (come corsa, maratona, marcia). Gli atleti che sforzano molto il tendine d’Achille subiscono una serie di microlesioni che, in fase di guarigione, creano accumuli di calcio che finiscono con l’irrigidire la zona. L’uso di calzature sportive inadatte viene considerato un fattore predisponente.

C) Infine, anche la postura può essere causa della Malattia di Haglund. Il piede cavo è considerato un fattore predisponente. Patologie alla colonna vertebrale oppure posizioni errate e devianze spingono il corpo ad appoggiare il peso sul tallone oppure a sbilanciarlo in avanti sollecitando il tendine in maniera eccessiva e rischiando l’insorgenza della malattia.

 

La immagine di Risonanza magnetica mostra le tre componenti del m. di Haglund.

La immagine di Risonanza magnetica mostra le tre componenti del m. di Haglund.

 

In base alle cause e all’evoluzione del morbo, il paziente può (più o meno) soffrire ed accusare profondo dolore nella parte posteriore del calcagno. In questo caso, l’esperto ortopedico effettua un’anamnesi accurata prima di trovare la soluzione più adatta al paziente per poi proseguire con esami accurati che possono comprendere radiografia, ecografia e risonanza magnetica.

Malattia di Haglund nel bambino: il morbo di Sever-Blanke-Haglund

Il morbo di Haglund diventa un problema importante nella fase adulta, anche se può avere origini nella pre-adolescenza. Già da bambini, infatti, il piede può andare incontro ad un’osteocondrosi, caratterizzata da un’esostosi che è localizzata a livello della regione posterolaterale del calcagno. Si tratta di una condizione patologica idiopatica tipica dell’età evolutiva e che vede un’alterazione dell’ossificazione della cartilagine di accrescimento. In questo senso si creano delle piccole prominenze ossee di cui la più nota è quella che interessa l’apofisi tibiale anteriore che, se colpita da patologia, prende il nome di sindrome di Osgood-Schlatter ed è legata ad un’alterata produzione di osso dell’apofisi posteriore del calcagno. Praticamente asintomatica nel bambino (se non in casi di prolungata ed intensa attività sportiva) questa condizione deve essere trattata con cautela, utilizzando tutori specifici ed adottando un programma di rieducazione motoria, per evitare ripercussioni future.

 Malattia di Haglund: come si cura

 Una volta che lo specialista ha individuato la presenza della Malattia di Haglund nel paziente adulto dovrà proseguire le analisi valutando la componente scheletrica dell’esostosi e l’eventuale presenza di calcificazioni intra e/o peritendinee tramite una radiografia. Inoltre, dovrà capire quanto il tendine d’Achille sia deteriorato (una situazione che si può indagare tramite un’ecografia) e valutare il grado di interessamento dei tessuti molli tramite RMN.

La Malattia di Haglund, infatti, oltre all’alterazione del normale profilo anatomico del calcagno (legata ad una presenza eccessiva e patologica dell’osso) che può determinare un aumento dell’attrito con i tessuti molli circostanti e con la calzatura, può presentare altri sintomi. Tra questi, per esempio, la borsite pre Achillea, la tendinopatia del tendine d’Achille e la probabile degenerazione delle fibre tendinee. Tutto questo, aggiunto ad un forte dolore, può compromettere la deambulazione e portare alla zoppia. Lo sportivo può essere costretto ad un lungo periodo di riposo, oppure ad accantonare l’attività sportiva.

Malattia di Haglund: la fisioterapia

In ogni caso, dopo questa prima diagnosi, lo specialista indicherà le soluzioni d’azione in base alla gravità della patologia. Esistono dei trattamenti conservativi che limitano o variano le abitudini quotidiane, tra cui l’utilizzo di calzari specifici, a cui si abbinano cicli di tecar terapia, massoterapia decontratturante ed esercizi di stretching.

Infiltrazioni: alcuni medici ricorrono a questa pratica antiquata che ha dimostrato nei decenni sia la sua inutilità che la sua pericolosità.

Piastrine:  alcuni medici ricorrono a questa pratica. I risultati, però, percorrendo questa soluzione, non sono entusiasmanti.

Il trattamento chirurgico, invece, preso in considerazione per i casi resistenti al trattamento conservativo può portare a dei miglioramenti tangibili.

Malattia di Haglund: l’operazione

Vista l’inutilità delle cure palliative, in base allo stato di salute del paziente e alla gravità della patologia, lo specialista può suggerire l’operazione per la Malattia di Haglund.

Artroscopia L’ intervento chirurgico in artroscopia può eliminare l’esostosi retroachillea, asportare la borsa infiammata e allo stesso tempo  riparare anche le fibre del tendine d’Achille.

La sporgenza calcaneale viene asportata delicatamente in artroscopia. Nello spesso momento si aspira la borsite infiammata e si ripara il tendine d’Achille. Non c’è alcun bisogno di staccare il tendine d’Achille.

La sporgenza calcaneale viene asportata delicatamente in artroscopia. Nello spesso momento si aspira la borsite infiammata e si ripara il tendine d’Achille. Non c’è alcun bisogno di staccare il tendine d’Achille.

 

Il dott. Andrea Scala non esegue mai l’intervento in cui si stacca il tendine d’Achille. Non si vede l’utilità di staccare il tendine più voluminoso del corpo umano.  Staccare è facile il problema è riattaccare. Non è mai come ha fatto la natura.

Lo schema mostra l’intervento di staccare il tendine d’Achille, che viene poi riattaccato artificialmente. Il dott. Scala non esegue mai questo intervento.

Lo schema mostra l’intervento di staccare il tendine d’Achille, che viene poi riattaccato artificialmente. Il dott. Scala non esegue mai questo intervento.

 

Il dott. Scala non usa mai punti di sutura interni in poliestere (tipo Gore Tex) non riassorbili perché tante volte è stato costretto a rimuovere tendini infiammati e ancore per legamenti che si sono spostate.

La foto mostra una vite usata per ancorare il tendine d’Achille. Il dott. Scala ha dovuto togliere viti e fili impiantati altrove dopo interventi non riusciti.

La foto mostra una vite usata per ancorare il tendine d’Achille. Il dott. Scala ha dovuto togliere viti e fili impiantati altrove dopo interventi non riusciti.

 

Il dottor Scala opera in artroscopia, un tipo di operazione mini invasiva che permette di eliminare il dolore e recuperare i movimenti quanto prima. Al termine dell’intervento il paziente deve iniziare la mobilizzazione precocemente, evitando carichi. Poi, dopo la rimozione della sutura, il percorso di guarigione durerà circa un paio di mesi.

La fisioterapia molto spesso è inutile prima dell’intervento. Verrà svolto un adeguato trattamento fisioterapico post operatorio con un recupero pieno delle attività ed un successivo rientro, ovviamente graduale, nelle attività sportive.

Se soffri di una patologia al piede, contatta subito il dottor Scala per una consulenza.

Contatta Il Dott. Scala

Il Dott. Andrea Scala ha conseguito il suo diploma di Laurea in Medicina e Chirurgia presso la Università Cattolica del S. Cuore – Policlinico “A. Gemelli” di Roma con la discussione della tesi sperimentale, elaborata presso l’Istituto di Clinica Ortopedica diretta dal Prof. G.F. Fineschi, dal titolo: “Studio delle modificazioni cellulari indotte dai metalli di comune impiego in Chirurgia Ortopedica”, riportando il massimo dei voti. E’ specialista in Traumatologia e Ortopedia, specialista in Medicina dello Sport. Dal 1984 al 1988 è stato Assistente del Prof. Pisani nell’Ospedale di Alba (CN), il primo in Italia specializzato nella cura delle patologie della Caviglia e del Piede. Il Dott. Andrea Scala nel 1998 ha impiantato per primo la Protesi di Caviglia a Roma. Grazie ai numerosi anni di esperienza nel settore, alla formazione continua e alla pratica chirurgica effettuata in prestigiosi Centri Ospedalieri e Universitari italiani ed esteri, il Dott. Scala garantisce ai propri pazienti risultati eccellenti, ottenuti attraverso tecniche chirurgiche innovative, accurati studi sul singolo caso clinico e attuazione di terapie di ultima generazione per agevolare e accelerare la rigenerazione dei tessuti. I trattamenti per cui è specializzato sono:

Protesi caviglia
Piede paralitico
Malattia di Haglund
Alluce valgo
Legamenti della caviglia
Alluce rigido
Piede piatto
Neuroma di Morton

Il Dott. Scala è l’unico chirurgo ortopedico specialista italiano iscritto alla Società Francese di Chirurgia della caviglia e del piede. Svolge la propria attività professionale presso la Casa di Cura ARS MEDICA in Via Cesare Ferrero di Cambiano, 2900191 ROMA. Prenota una visita specialistica al numero +39 335 766 2164 o invia una mail all’indirizzo info@footsurgery.it.