La grave invalidità dell’Ictus (stroke) può essere curata con l’intervento chirurgico che può fare camminare meglio. Ma i malati e le loro famiglie non vengono informati.

Qual’è la terapia moderna più corretta per la caviglia ed il piede paralitico dopo l’Ictus?

I pazienti sopravvissuti alla fase acuta dell’ictus cerebrale (emorragia o ischemia) che hanno recuperato le facoltà mentali e un buono stato di salute sono i migliori candidati per l’intervento chirurgico che corregge una deformità molto invalidante: il piede paralitico equino.

L’intervento chirurgico corregge la posizione del piede in maniera efficace e permanente. Il calcagno ritorna a toccare il suolo. La pianta del piede appoggia completamente a terra. Il piede non è più ciondolante e girato verso l’interno. L’appoggio stabile evita di “prendere storte” della caviglia. Purtroppo il paziente e la sua famiglia non sono adeguatamente informati di questa grande possibilità terapeutica.

Che cosa succede dopo l’attacco (stroke)? Che fine fanno i sopravvissuti all’Ictus?

I malati di Ictus che sono sopravvisuti all’attacco riprendono gradualmente i movimenti muscolari. Ci vogliono mesi per capire quali muscoli si sono salvati. Durante questi mesi è molto importante mantenere le articolazioni mobili ed in esercizio.

Quali sono le misure di prevenzione delle deformità muscolo-scheletiche post-Ictus?

Nei mesi successivi all’attacco acuto il malato necessita di riposo e di riprendere le funzioni vitali quali respirazione, attività cardiaca, controllo della pressione arteriosa. In questi mesi in cui il paziente non è in grdo di muoversi normalmente occorre mobilizzare tutte le articolazioni passivamente e quando possibile attivamente. E’ molto importante aiutare il paziente con tutori per l’arto superiore e per il piede per mantenere le articolazioni nella posizione anatomica.

Come funziona normalmente il movimento del corpo umano?

Il corretto funzionamento prevede il controllo del Sistema Nervoso Centrale (cervello) che invia gli impulsi elettrici a centrali periferiche localizzate nel midollo spinale.
E’ questa suddivisione dei compiti che rende tanto perfetta la funzione dell’apparato muscolare-tendineo-scheletrico. Tutti i muscoli si muovono con una forza dosata momento per momento. La natura ha suddiviso i gruppi muscolari degli arti in muscoli AGONISTI e muscoli ANTAGONISTI che hanno esattamente la stessa forza. Questo perfetto bilanciamento muscolare corrisponde all’aspetto normale e fisiologico del corpo umano.

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La foto mostra l’aspetto normale della caviglia sotto carico. Il perfetto bilanciamento muscolare è il motivo dell’aspetto normale e fisiologico del corpo umano.La fine regolazione della forza dei muscoli è un elemento che garantisce l’esatto controllo dei movimenti. Per questo motivo il corpo umano può essere in grado di effettuare movimenti violenti eseguiti con grande forza (come un colpo d’ascia) e movimenti più fini (come suonare il pianoforte).

Qual è l’impatto dell’Ictus sul movimento del corpo umano ?

L’emorragia cerebrale oppure l’ischemia danneggiano definitivamente alcune cellule  cerebrali che controllano i movimenti a livello centrale. L’entità della invalidità dipende dal numero di cellule colpite. La conseguenza è che il lato controlaterale della emorragia (o ischemia) viene colpito dalla paralisi. Questa condizione clinica si definisce EMIPLEGIA, cioè “paralisi della metà del corpo”.

Come si spiega la paralisi della metà del corpo umano?

Dopo l’Ictus e la morte dei neuroni cerebrali i neuroni situati in periferia, nel midollo spinale rimangono privi di impulsi cerebrali. La conseguenza è la paralisi flaccida dei muscoli non innervati. I neuroni cerebrali sopravvissuti inviano impulsi elettrici. Altri neuroni del midollo spinale continuano a ricevere impulsi elettrici e questi gruppi muscolari innervati si contraggono. L’inconveniente è che i muscoli innervati non sono più controllati dagli ANTAGONISTI e allora sviluppano una contrattura spastica.

Come si presenta l’emiplegia dopo l’ictus (stroke)?

I muscoli paralitici sono flaccidi e non possono più agire da antagonisti. I muscoli innervati si muovono con forza e a scatti (spasticità). I muscoli che ricevono impulsi elettrici sono soggetti ad una forte contrazione permanente, non contrastata dai muscoli affetti da paralisi flaccida.

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Lo schema mostra l’aspetto clinico della emiplegia post-ictus (stroke).

Che cosa succede all’arto superiore?

L’arto superiore va incontro alla adduzione della spalla, per cui l’arto superiore è tenuto aderente al corpo. Il gomito è flesso. Anche il polso e le dita della mano sono soggette alla contrattura spastica in flessione. Alle volte la deformità dell’arto superiore è talmente grave che  il paziente non riesce ad impugnare il bastone e neppure ad usare una stampella canadese per sorreggersi.

Che cosa succede all’arto inferiore?

La muscolatura degli adduttori dell’anca prevale e l’arto viene portato verso l’interno e si dirige verso l’arto arto, quasi come per accavallare l’arto. Il ginocchio è flesso. La caviglia subisce la retrazione dei muscoli del polpaccio e del tendine d’Achille e si deforma in equinismo.

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La foto mostra la contrattura spastica del polpaccio e la retrazione del tendine d’Achille. Il calcagno non appoggia al suolo. L’appoggio avviene sulla punta del piede. Il piede è costretto a girare verso l’interno.I tendini della parte interna del piede (tibiale anteriore e tibiale posteriore) sono soggetti alla contrattura spastica e non sono contrastati dai tendini peronieri con paralisi flaccida. Per questo motivo il piede è rivolto verso l’interno (varo) e appoggia prevalentemente sul bordo esterno (supinato).

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La foto mostra che il piede è forzatamente rivolto verso l’interno (varo) ed è appoggiato prevalentemente sul bordo esterno (supinato).

Quali sono i motivi per cui le articolazioni si bloccano e si deformano in modo patologico?

Le articolazioni del corpo umano conservano la posizione corretta ed il normale funzionamento solo se i muscoli ed i tendini funzionano e si muovono correttamente. Quando il movimento è impedito dalla paralisi come nel caso dell’Ictus le articolazioni assumono una posizione alterata, viziata. Conseguentemente tutto l’arto si deforma.

Quali sono le conseguenze per il corpo dei malati qualora non vengano messe in atto le misure di prevenzione delle deformità muscolo-scheletriche post-Ictus?

I malati abbandonati a sé stessi e non tutelati durante il periodo del coma e nelle settimane successive all’attacco acuto subiscono passivamente la deformità delle articolazioni. Le deformità si possono instaurare in misura talmente grave che anche quando le condizione di salute generale sono migliorate ed il paziente può alzarsi dal letto di degenza per provare a camminare si trova una situazione molto deteriorata dal punto di vista delle articolazioni.

Che cosa accade a livello della caviglia e del piede?

L’Ictus cerebrale devasta il complesso meccanismo della caviglia e del piede. Occorre ricordare che la natura ha messo molti tendini per regolare il funzionamento della caviglia e del piede. L’Ictus colpisce il normale meccanismo articolare. Il piede equino -varo-supinato post Ictus è una maledizione per il paziente. Il piede non si appoggia sulla pianta, ma solo sul bordo. Il piede è sollevato verso l’interno. Il calcagno non appoggia al suolo. E’ un dramma per l’ammalato di Ictus che cerca di riprendere a camminare perché il piede è predisposto per prendere una storta! E non è affatto predisposto per il corretto appoggio normale e naturale sulla pianta.

A che cosa serve la “molla di Codivilla”?

La “molla di Codivilla” è un tutore considerato dai malati di Ictus una tortura e una schiavitù. Una tortura perché costringe il piede in una morsa che causa contatti con il tutore che sono spesso dolorosi. In alcuni casi il forzato e protratto contatto con il tutore causa vesciche e ulcere dolorose. E’ una schiavitù perché il paziente è costretto ad usare il tutore per sollevarsi da seduto o dal letto per poter deambulare. I pazienti riferiscono: “dottore quando io la notte mi debbo alzare per fare la pipì, nel tempo che impiego per indossare la “molla di Codivilla” me la faccio sotto”. Oppure riferiscono: “dottore se io mi alzo per andare di corsa al bagno e non metto la “molla di Codivilla” con il piede storto cado e mi rompo la testa oppure mi rompo il femore”.

La “molla di Codivilla” mantiene la situazione della malattia e della deformità esattamente come sta e non migliora niente.

A che cosa serve “il botulino” nei pazienti post- Ictus?

Prima di tutto occorre ricordare che la tossina del batterio botulino rimane uno dei veleni più potenti e letali in natura: il Clostridium botulinum può generare una paralisi progressiva (paralisi flaccida), coinvolgendo i muscoli mimici, della deglutizione e della respirazione, inducendo quindi la morte. La potenza della tossina del batterio clostridium (BOTOX) viene sfruttatta in campo medico. Viene utilizzata la capacità della tossina botulinica di rilasciare la muscolatura, al fine di risolvere la contrattura muscolare spastica. La tossina del botulino viene iniettata direttamente nel muscolo coinvolto dalla paralisi spastica  e l’effetto è pressoché rapido nella maggior parte dei pazienti (esiti di rilasciamento dopo 10 giorni).

L’iniezione di BOTOX è una terapia che dura nel tempo?

È risaputo che l’effetto della tossina del botulino, qualora si presenti, è momentaneo. L’organismo metabolizza il veleno e lo elimina dopo due o tre mesi. Il muscolo ripristina la contrattura spastica. Può accadere che le giunzioni neuro-muscolari dopo l’allontanamento della tossina siano purtroppo dislocate sulla base delle possibilità attuali del movimento e quindi dopo l’iniezione risultino solito scarse e disorganizzate. Dopo l’esaurimento della efficacia della iniezione di BOTOX viene richiesto un nuovo trattamento.  Negli anni passati la tossina botulinica era esclusivamente usata come test: si praticava l’iniezione e si valutavano gli effetti del rilasciamento muscolare e tendineo sulla posizione delle articolazioni.

Qual’è la terapia moderna più corretta per la caviglia ed il piede paralitico dopo l’Ictus?

L’intervento chirurgico corregge la posizione del piede in maniera efficace e permanente. Il calcagno ritorna a toccare il suolo. La pianta del piede appoggia completamente a terra e non appoggia solo il bordo laterale. Il piede non è più girato verso l’interno. La caviglia è bella diritta e non è più predisposta a “prendere storte”. Il paziente acquista una maggiore autonomia, si libera della schivitù della “molla di Codivilla” e non dipende più da una assidua assistenza per camminare.

Contatta Il Dott. Scala

Il Dott. Andrea Scala ha conseguito il suo diploma di Laurea in Medicina e Chirurgia presso la Università Cattolica del S. Cuore – Policlinico “A. Gemelli” di Roma con la discussione della tesi sperimentale, elaborata presso l’Istituto di Clinica Ortopedica diretta dal Prof. G.F. Fineschi, dal titolo: “Studio delle modificazioni cellulari indotte dai metalli di comune impiego in Chirurgia Ortopedica”, riportando il massimo dei voti. E’ specialista in Traumatologia e Ortopedia, specialista in Medicina dello Sport. Dal 1984 al 1988 è stato Assistente del Prof. Pisani nell’Ospedale di Alba (CN), il primo in Italia specializzato nella cura delle patologie della Caviglia e del Piede. Il Dott. Andrea Scala nel 1998 ha impiantato per primo la Protesi di Caviglia a Roma. Grazie ai numerosi anni di esperienza nel settore, alla formazione continua e alla pratica chirurgica effettuata in prestigiosi Centri Ospedalieri e Universitari italiani ed esteri, il Dott. Scala garantisce ai propri pazienti risultati eccellenti, ottenuti attraverso tecniche chirurgiche innovative, accurati studi sul singolo caso clinico e attuazione di terapie di ultima generazione per agevolare e accelerare la rigenerazione dei tessuti. I trattamenti per cui è specializzato sono:

Protesi caviglia
Piede paralitico
Malattia di Haglund
Alluce valgo
Legamenti della caviglia
Alluce rigido
Piede piatto
Neuroma di Morton

Il Dott. Scala è l’unico chirurgo ortopedico specialista italiano iscritto alla Società Francese di Chirurgia della caviglia e del piede. Svolge la propria attività professionale presso la Casa di Cura ARS MEDICA in Via Cesare Ferrero di Cambiano, 2900191 ROMA. Prenota una visita specialistica al numero +39 335 766 2164 o invia una mail all’indirizzo info@footsurgery.it.