Come abbiamo già analizzato nell’articolo precedente, l’artrosi alla caviglia è una malattia degenerativa. L’origine di questa patologia va ricercato nel deterioramento della cartilagine articolare, infatti l’artrosi porta ad una degenerazione dell’articolazioni. I sintomi sono principalmente il dolore nella zona interessata e solo successivamente si può arrivare alla deformazione e ad una rigidità dell’articolazione.

L’artrosi può essere scatenata da vari fattori, ma come mai colpisce principalmente i giovani?

Quando si tratta di artrosi causata da un trauma è molto facile che il soggetto colpito sia più giovane rispetto la media. L’artrosi può verificarsi dopo eventi come:

  • Lussazioni;
  • Fratture;
  • Ripetute distorsioni.

Per questo motivo possiamo parlare di artrosi post-traumatica, ovvero una malattia che degenera solo dopo determinati traumi. Una problematica di questo genere può presentarsi dopo dei grossi traumi sportivi. I pazienti che sono affetti da artrosi alla caviglia sono più giovani rispetto a pazienti colpiti da artrosi all’anca. Per quanto riguarda l’artrosi dell’anca o del ginocchio si tratta di pazienti più anziani, infatti è una malattia legata anche all’età.

Prima di svolgere qualsiasi trattamento è molto importante affidarsi ad un ortopedico per la diagnosi.

Per comprendere al meglio la condizione del paziente, il chirurgo ortopedico domanderà se sono presenti lesioni alla caviglia precedentemente riportate come fratture o traumi. Successivamente, la caviglia sarà esaminata per capire quali sono le aeree più delicate, se sono presenti zone di gonfiore e deformità anatomiche. Le radiografie sono molto importanti per mostrare l’allineamento della caviglia e si tratta dell’unico modo per accertarsi che sia presente l’artrosi della caviglia. Un altro esame necessario è la TAC, indispensabile per definire l’artrosi e capire se vi è la presenza di perdita di sostanza ossea.

Una volta definiti gli aspetti principali è possibile passare al trattamento migliore in base alle condizioni del paziente. L’artrosi può essere trattata attraverso rimedi chirurgici e non.

Curare l’artrosi: protesi della caviglia

Un bravo chirurgo ortopedico è consapevole del fatto che il paziente giovane ha la necessità di tornare al più presto alle sue attività. Un’ottima soluzione può essere la protesi di caviglia su misura un modo per aiutare il soggetto a tornare alla vita di tutti i giorni in modo veloce ed efficace.

Ma cos’è esattamente un’operazione di protesi alla caviglia?

Si tratta di un’operazione che consiste nel sostituire le parti che sono compromesse dell’articolazione con impianti metallici. Lo scopo principale è quello di eliminare il dolore e recuperare per quanto possibile il movimento. La protesi della caviglia viene eseguita in anestesia generale oppure peridurale. La via d’accesso alla caviglia è in sede anteriore. E’ la via meno invasiva, più naturale, che guarisce con meno conseguenze. Le parti malate dell’articolazione vengono tagliate e rimosse. Il passo successivo è quello di posizionare le componenti in metallo. Viene usato un inserto di plastica appositamente per separare le componenti della protesi e facilitare lo scorrimento dell’articolazione della caviglia. Esiste un solo modello di protesi che prevede di rompere il malleolo laterale per impiantare la protesi di lato. Ma la rottura del perone comporta un gesto molto cruento ed invasivo. La rottura volontaria del perone distrugge i legamenti e la guaina dei tendini peronieri. E’ una procedura che verrà abbandonata perché i chirurghi preferiscono evitare il taglio del perone e l’accesso laterale.

Una volta terminato questo processo, viene chiusa l’incisione con punti di sutura e viene applicato un bendaggio. Subito dopo inizia un percorso di fisioterapia che può richiedere dai 2 ai tre mesi.

Come sono realizzate le protesi utilizzate?

Le protesi moderne sono costituite da:

  • componente metallica impiantata sulla tibia;
  • guscio metallico sopra l’astragalo;
  • disco di polietilene.
schema-di-protesi-con-menisco-mobile

schema di protesi con menisco mobile. Il menisco mobile suddivide l’attrito su due superfici, e non su di un’unica superficie di scorrimento.

Radiografia-impianto-protesi.

Radiografia dell’impianto della protesi.

 

Dopo i primi giorni del post-operatorio, il paziente può mettersi in piedi ma sempre aiutato e controllato da un fisioterapista, ovviamente sarà possibile mettersi in piedi ma con l’aiuto di stampelle. Dopo circa 5/6 giorni dall’intervento il paziente può tornare a casa e dovrà seguire un programma di riabilitazione della durata di circa un mese. A seguito di una accurata valutazione di solito si aumento il perimetro della deambulazione e si intensifica la fisioterapia. Al termine del secondo mese il paziente potrà tornare alla sua normale attività quotidiana e lavorativa.

Movimento della protesi

L’intervento di protesi della caviglia è molto delicato e dev’essere eseguito solo da un chirurgo della caviglia o del piede. Possono esserci dei rischi specifici legati all’intervento. Tra questi si considerano i problemi di guarigione della incisione chirurgica.

L’intervento deve assicurare l’allineamento della articolazione e garantire la stabilità dei legamenti della caviglia.

La protesi totale della caviglia ripristina il movimento articolare ed elimina il dolore.

L’impianto della protesi deve essere talmente perfetto che deve ridurre lo stress sulle aree di contatto osso-protesi. Il montaggio perfetto e l’allineamento dell’arto assicurano la convivenza tra osso e protesi e conseguentemente la durata della protesi di caviglia negli anni.

Solo in questo modo, viene diminuita la possibilità di sviluppare nuovamente l’artrosi e viene assicurata alla nuova articolazione la possibilità di muoversi in maniera fluida.

Recupero post-operazione di protesi alla caviglia

Come funziona la riabilitazione dopo un intervento di protesi alla caviglia?

Intanto, può essere riassunta in diverse fasi:

  1. Prima fase: bisogna ridurre e far scomparire il gonfiore e i sintomi di dolore, la prima cosa da fare e la più importante è rimanere con la caviglia molto sollevata. I liquidi che si formano dopo l’operazione provocano dolore e quindi è molto importante cercare di ridurli in tempi brevi.L’altra cosa importante è il movimento precoce della caviglia. Per questo motivo cerhiamo di non bloccare la caviglia con il gesso. Il paziente deve apprendere a deambulare subito dopo l’intervento, con le stampelle oppure con il girello deambulatore.
  2. Seconda fase: in questa parte è fondamentale che vi sia il completo recupero dell’articolazione, in modo da camminare correttamente.
  3. Terza fase: recupero della muscolatura. Questa fase anche se tardiva costituisce un momento molto importante per far riacquistare al paziente una massa muscolare adeguata e una stabilità dell’articolazione.

Come mantenere una protesi alla caviglia

Per mantenere una protesi alla caviglia in buono stato è importante seguire i consigli del tuo ortopedico. Seguire un’alimentazione equilibrata e sana, mantenere un peso corporeo sempre adeguato, praticare attività sportiva con regolarità e soprattutto essere molto costanti con le proprie abitudini e cura di sé stessi.

Quando si tratta di protesi alla caviglia è molto importante prestare attenzione a tanti fattori, tra questi: evitare degli sport che siano a impatto troppo alto, limitare gli sforzi eccessivi stare molto attenti alle infezioni di qualsiasi tipo.

Artrosi della caviglia: trattamento non chirurgico

Quali sono i trattamenti non chirurgici che possono rappresentare un valido aiuto per curare l’artrosi?

  • Fisioterapia: si tratta di un metodo molto efficace che può migliorare la stabilità della caviglia e soprattutto rinforzare il muscolo. La fisioterapia è molto utile perché mantiene la caviglia in movimento.
  • Ortesi plantare: indicata per aiutare l’allineamento del piede e della caviglia. Si tratta di un trattamento che è estremamente utile per migliorare quelli che sono i sintomi dell’artrosi.
  • Farmaci: I farmaci antinfiammatori possono essere prescritti per migliorare il dolore e infiammazione, servono soprattutto per dare un supporto in tempi brevi.
  • Cambiare le abitudini: gli individui che praticano molto sport possono ridurre notevolmente l’attività e gli sport che praticano.

Artrosi della caviglia: prevenzione

Per prevenire l’artrosi è importante mettere in atto alcuni accorgimenti che possono essere introdotti nelle comuni attività.

La ginnastica posturale, l’adozione di solette plantari o ginocchiere può essere molto utile per diminuire lo stress articolare. In questo modo, si andrà a diminuire l’usura delle cartilagini, per questo motivo sono in commercio diversi prodotti per svolgere attività fisica e in grado di diminuire il carico articolare.

Muoversi, camminare, svolgere attività fisica e controllare il peso del corpo sono i metodi più efficaci e alla portata di tutti per limitare i rischi di artrosi della caviglia e non solo. Fondamentale è muovere l’articolazione almeno una volta al giorno e optare per sport che abbiamo un impatto lieve e un carico limitato, tra quelli consigliati troviamo:

  • Nuoto;
  • Palestra;
  • Bicicletta.

Anche un’attività di pochi minuti ma fatta nel modo giusto può essere sufficiente per mantenere un buon tono muscolare, una mobilità e flessibilità adeguata. Gli esercizi non devono mai procurare del dolore o tumefazioni articolari, per questo motivo è importante seguire sempre i consigli di esperti nel campo medico.

Sei alla ricerca di un bravo ortopedico? Allora contatta il Dott. Scala, chirurgo ortopedico a Roma per ricevere il parere di un esperto.

Contatta Il Dott. Scala

protesi-caviglia-dott-scalaIl Dott. Andrea Scala ha conseguito il suo diploma di Laurea in Medicina e Chirurgia presso la Università Cattolica del S. Cuore – Policlinico “A. Gemelli” di Roma con la discussione della tesi sperimentale, elaborata presso l’Istituto di Clinica Ortopedica diretta dal Prof. G.F. Fineschi, dal titolo: “Studio delle modificazioni cellulari indotte dai metalli di comune impiego in Chirurgia Ortopedica”, riportando il massimo dei voti. E’ specialista in Traumatologia e Ortopedia, specialista in Medicina dello Sport. Dal 1984 al 1988 è stato Assistente del Prof. Pisani nell’Ospedale di Alba (CN), il primo in Italia specializzato nella cura delle patologie della Caviglia e del Piede. Il Dott. Andrea Scala nel 1998 ha impiantato per primo la Protesi di Caviglia a Roma. Grazie ai numerosi anni di esperienza nel settore, alla formazione continua e alla pratica chirurgica effettuata in prestigiosi Centri Ospedalieri e Universitari italiani ed esteri, il Dott. Scala garantisce ai propri pazienti risultati eccellenti, ottenuti attraverso tecniche chirurgiche innovative, accurati studi sul singolo caso clinico e attuazione di terapie di ultima generazione per agevolare e accelerare la rigenerazione dei tessuti. I trattamenti per cui è specializzato sono:

Protesi caviglia
Piede paralitico
Malattia di Haglund
Alluce valgo
Legamenti della caviglia
Alluce rigido
Piede piatto
Neuroma di Morton

Il Dott. Scala è l’unico chirurgo ortopedico specialista italiano iscritto alla Società Francese di Chirurgia della caviglia e del piede. Svolge la propria attività professionale presso la Casa di Cura ARS MEDICA in Via Cesare Ferrero di Cambiano, 2900191 ROMA. Prenota una visita specialistica al numero +39 335 766 2164 o invia una mail all’indirizzo info@footsurgery.it.