Malattia di Haglund: quando bisogna operare

La Malattia di Haglund è una condizione molto dolorosa che interessa la zona del retropiede. Si tratta di una patologia che colpisce soprattutto i soggetti giovani, fra i 20 e i e 40 anni, oltre agli atleti che, a causa di un’attività sportiva intensa, infiammano la zona del calcagno. Non solo: anche quando c’è una prominenza ossea del calcagno, accentuata dal varismo del retropiede, si forma il morbo e il costante contatto con le calzature non aiuta l’infiammazione. Le cause di questa malattia, come si può notare, sono diverse ma hanno tutte in comune il forte dolore che può portare i pazienti a lamentare altri sintomi. Solo l’intervento di uno specialista ortopedico del piede può curare definitivamente questa patologia. Vediamo come.

Malattia di Haglund: quali sono i sintomi

La Malattia di Haglund è un’infiammazione estremamente dolorosa che colpisce il tallone, nella parte a più stretto contatto con le scarpe. Le cause di questa patologia, come abbiamo visto, sono disparate e possono essere divise in due categorie: le cause anatomiche e quelle funzionali. Tra le cause anatomiche si ritrova la prominenza ossea del calcagno, accentuata dal varismo del retropiede. Mentre fanno parte delle cause funzionali, per esempio, l’intensa attività fisica che provoca delle microlesioni che vengono poi riparate dal corpo con la formazione dell’esostosi. Anche la postura del corpo può influire sulla Malattia di Haglund provocando una forte tensione a livello dei muscoli del polpaccio.

Questa patologia colpisce soprattutto i giovani, tra i 20 e 40 anni, con sintomi importanti che vanno dal dolore acuto alla borsite. Non si escludono, poi, tra i sintomi la presenza di calli fibrosi; un’infiammazione prolungata del calcagno; l’arrossamento della zona colpita e la difficoltà nell’indossare le scarpe dovuta proprio al rigonfiamento. A tal proposito le calzature non adatte, troppo rigide e strette, irrigidiscono la zona, la irritano e prolungano l’infiammazione. Alcuni pazienti, poi, lamentano anche gonfiore e dolore del tendine d’Achille. Si capisce, quindi, che questa malattia così complessa ha un decorso graduale che parte con un’iniziale arrossamento della cute e dolori lievi per arrivare poi a un dolore acuto, persistente e con seri problemi di deambulazione.

Come curare la Malattia di Haglund di forma lieve

Non è semplice riconoscere e diagnosticare correttamente questa patologia. Per questo, soprattutto se il dolore alla parte posteriore del calcagno è persistente, è sempre meglio rivolgersi ad un ortopedico e specialista del piede che effettuerà una visita approfondita, studierà la postura del soggetto ed effettuerà una radiografia per studiare nel dettaglio la morfologia del calcagno.

Tutti esami specifici che permettono allo specialista di ottenere un quadro d’analisi chiaro e dettagliato. In base alla gravità della situazione ed ai sintomi riportati dal paziente, si potranno seguire in particolare due strade differenti. La prima, in caso di sintomi lievi, è approcciarsi verso la terapia conservativa che consiste nel sospendere ogni attività fisica e da riprendere, dopo un determinato periodo di tempo, con un piano di fisioterapia mirato composto da esercizi e stretching finalizzati ad attenuare il dolore. Allo stesso tempo può essere fondamentale l’utilizzo di un plantare realizzato su misura al fine di correggere l’appoggio del piede al suolo o di calze con supporti in silicone.

La seconda strada, invece, quando i sintomi sono più complessi e il dolore molto acuto, riguarda l’operazione chirurgica. Un intervento che viene effettuato in artroscopia con strumenti innovativi e di ultima generazione, per permettere al paziente di muovere nuovamente il piede. Si pensi che il soggetto può muoverlo subito dopo l’operazione, almeno fin quanto è capace di tollerare il dolore iniziale post-operatorio.

Malattia di Haglund: quando occorre operare

Dopo una dettagliata anamnesi ed esami specifici, lo specialista ortopedico del piede può suggerire al paziente di percorrere la strada dell’operazione chirugica al fine di curare definitivamente la Malattia di Haglund. Come è possibile? Con un intervento di artroscopia che il dottor Andrea Scala effettua utilizzando sistemi all’avanguardia, tra cui strumenti miniaturizzanti e una telecamera che, mantenuta per tutta l’operazione all’interno della regione calcaneare posteriore, permette di seguire l’operazione, fase dopo fase, tramite uno schermo. Tramite l’accesso posto dal lato opposto, poi, si possono inserire i piccoli strumenti che sono necessari per aspirare la borsite, migliorare eventualmente la parte danneggiata del tendine d’Achille ed asportare la sporgenza dell’osso. Una volta conclusa l’operazione il paziente può muovere immediatamente il piede operato fino a che non sente troppo dolore. Ovviamente è sempre bene non esagerare con i movimenti e seguire sempre tutte le indicazioni fornite dallo specialista.

Fase di intervento in atroscopia: fresa pulisce il tendine

Fase di intervento in atroscopia: fresa pulisce il tendine

Malattia di Haglund: il post-operatorio

Una volta che il paziente è stato operato può muovere sin da subito il piede. Ma non finisce qui: è previsto un attento e curato programma di recupero e riabilitazione per tornare alla quotidianità quanto prima. Il programma, in particolare, si svolge in 3 fasi differenti e prevede una terapia antinfiammatoria, utile a togliere la cicatrice, da avviare insieme a delle sedute di chinesiterapia. La seconda fase, invece, prevede l’introduzione di massaggi, un ciclo di elettro-stimolazione e svariati esercizi pensati per potenziare i muscoli. Inoltre, in questo periodo, il paziente dovrà utilizzare le stampelle fino a 20 giorni dal giorno dell’operazione. Infine, dopo i 20 giorni, è possibile riprendere la deambulazione normale e l’attività sportiva, seppur in modo graduale. Seguendo tutte queste indicazioni il paziente potrà tornare alla vita di tutti i giorni e con risultati importanti e visibili in poche settimane. Si consideri che le tempistiche variano, in base alla gravità della patologia e le cure seguite, dalle 4 settimane alle 10 settimane totali.

Come prevenire ed evitare il peggioramento della patologia

Esistono alcuni buoni consigli da mettere in pratica per evitare la formazione della patologia o il peggioramento della Malattia di Haglund. Si tratta di una patologia che, all’inizio, è asintomatica e alcuni accorgimenti possono fare davvero la differenza.

Ad esempio si può evitare di:

  • utilizzare calzature strette, rigide , non idonee alla attività sportiva;
  • correre a lungo in salita e in maniera eccessiva;
  • svolgere attività fisica su superfici troppo dure.

Cosa si può fare:

  • indossare delle scarpe idonee, morbide, adatte alla forma del piede e meglio se aperte nella parte posteriore;
  • praticare esercizi di stretching del tendine d’Achille con regolarità per evitare il suo irrigidimento;
  • usare dei comodi plantari nelle calzature.

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Dott. Andrea Scala

Specialista del piede e della caviglia
Specialista in Medicina dello Sport
Specialista in Ortopedia e Traumatologia

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