Le persone che hanno il piede piatto sono numerose e spesso, o almeno fino a quando non si prova dolore o si va incontro ad una difficoltà importante nei movimenti, i soggetti a cui è diagnosticata questa caratteristica non sanno neppure di averli. Andiamo però con ordine. Innanzitutto cerchiamo di capire cos’è il piede piatto, quali sono le sue cause, come si manifesta, quando occorre prenotare una visita da uno specialista ortopedico del piede e quando occorre operare. In questo articolo si troveranno le risposte a tutte queste domande.

Piede piatto: tra definizioni e cause

Prima di tutto vediamo come si presenta un piede sano. Quando il piede è privo di problemi si può notare un arco plantare mediale rialzato che, ogni volta che viene a contatto con il suolo, si stacca. Il soggetto che soffre piede piatto, invece, presenta un appiattimento totale oppure un abbassamento più o meno lieve dell’arco plantare mediale o interno. Si tratta di una vera e propria deformazione che colpisce il piede e che, quando si arriva all’età adulta (se non prima), può creare diverse problematiche.

Il piede piatto si riconosce perché l'arco plantare è completamente schiacciato verso il suolo.

Il piede piatto si riconosce perché l’arco plantare è completamente schiacciato verso il suolo.

Muoversi con un piede piatto significa non riuscire a distribuire il peso nella stessa misura, equamente tra l’avampiede ed il calcagno. Questo porta con sé diverse conseguenze tra cui varie manifestazioni dolorose che avvengono durante passeggiate o altri momenti di quotidianità.

La mancanza di una corretta distribuzione del peso corporeo influisce, poi, non solo sui muscoli ma anche su legamenti, oltre che sulle ossa e le articolazioni in generale. Questo porta così ad altre diverse problematiche. L’ artrite, il diabete, malattie neurologiche e distrofie muscolari, oltre a traumi, influiscono in un qualche modo alla formazione del piede piatto; una malformazione che si può manifestare sia in un solo piede che in entrambi i piedi. In quest’ultimo caso, in particolare, se verifica l’appiattimento di entrambi i piedi, allora le cause sono congenite, ovvero trasmesse dai genitori.

Ad ogni modo, indagare ed individuare le esatte cause della patologia, permetterà allo specialista di indicare al paziente le cure migliori.

Piede piatto: come si riconosce e come si cura?

Ci sono casi in cui il piede piatto non disturba la normale vita del paziente ma ci sono alcune situazioni, invece, in cui il soggetto lamenta dolori più o meno intensi che possono estendersi dai piedi sino alla parte interna della caviglia. Ovviamente ogni caso è a sé, ma va considerato che nei casi più gravi (e nelle fasi degenerative, ovvero in presenza di deformità avanzate) il dolore è così intenso da diventare insopportabile ed impedire anche i più normali movimenti.

Abbiamo visto che il piede piatto si riconosce perché l’arco plantare è quasi o totalmente schiacciato verso il basso. Come si cura però questa patologia? Esiste una cura definitiva? Innanzitutto esistono diverse cure, in base al grado di gravità della malattia.

Nei casi più lievi, solitamente l’ortopedico del piede consiglia una terapia a base di antidolorifici e medicinali antiinfiammatori per aiutare il paziente a ridurre il dolore. Allo stesso tempo, poi, viene consigliato l’uso di particolari plantari e soluzioni ortopediche che variano da caso a caso, in base alla gravità della patologia, ma anche alle cause e all’età del soggetto.

Ci sono casi più gravi, poi, dove la terapia a base di antidolorifici e antinfiammatori diventa inefficace e in cui il dolore è talmente forte che riesce persino ad impedire i normali movimenti. Per questi pazienti il medico può valutare l’operazione chirurgica. Questo per diverse ragioni. La prima è che impedisce l’insorgere di altre patologie connesse (tra cui l’infiammazione dei tendini ed altre infiammazioni secondarie, oltre ai dolori alla schiena e alle gambe nati da un’errata distribuzione del peso del corpo). In secondo luogo permette di tornare a muoversi e camminare correttamente e senza più dolore.

Piede piatto: quando operare

Se la terapia a base di antidolorifici e medicinali antiinfiammatori non funziona più, se i plantari non riescono a calmare il dolore e, allo stesso tempo, insorgono altre patologie allora il medico chirurgo specialista del piede può decidere di operare chirurgicamente il piede piatto.

L’intervento per correggere il piede piatto è prevedere la ricostruzione di tutto l’arco plantare che – nel  piede piatto appunto – è assente. L’arco crollato, con questo tipo di interventi, viene risollevato e il chirurgo può procedere con il riallineamento del calcagno, correggendo la sua deviazione laterale.

In questo modo, una volta terminata l’operazione, il piede si presenterà con il normale allineamento tra avampiede e retropiede.

Piede piatto: quali sono i tempi del post-operatorio

Cosa succede dopo l’operazione? Una volta effettuato l’intervento il paziente non dovrà portare il gesso, ma dovrà rimanere a casa, a riposo, per circa un mese (o in base alle indicazioni suggerite dal medico). In questo lasso di tempo, però, il piede non deve essere mai tenuto fermo perché occorre favorire la circolazione e il recupero del tono muscolare. Il paziente dovrà seguire, quindi, tutta una serie di accortezze e di esercizi che il chirurgo gli prescriverà. Così facendo potrà tornare alle sue attività senza più dolore.

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Dott. Andrea Scala

Specialista del piede e della caviglia
Specialista in Medicina dello Sport
Specialista in Ortopedia e Traumatologia

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