Cos’è il Tendine di Achille

Il tendine d’Achille è il tendine più grande dell’organismo. È talmente potente che solleva il corpo mediante la contrazione del tricipite. Durante lo sport e la danza consente di spiccare salti verso l’alto fino a ragguardevoli altezze.

Gli altri tendini della caviglia e del piede assicurano l’esecuzione completa dei movimenti articolari. Grazie all’azione dei diversi tendini è possibile deambulare, correre, saltare, effettuare l’attività sportiva e danzare.

Postura

I tendini sono strutture anatomiche essenziali ma molto fragili e delicate. La loro funzione è fondamentale nella stabilità e nel movimento del corpo.
Sono cavi elastici che, azionati dai muscoli, imprimono il movimento alle articolazioni. L’elasticità spiega il controllo, la finezza e l’agilità del movimento umano. Un organismo azionato da corde o da cavi non elastici si muove come un automa o come un robot.

 

Di che cosa è fatto il Tendine di Achille?

È una corda composta da un intreccio di tanti fili più sottili. Questa miriade di microscopici fili naturali (come la seta o la tela del ragno) sono composti da una sostanza che si chiama collagene e da una sostanza che dona l’elasticità.

La foto mostra il modello di un tendine normale: tantissimi fili che si intrecciano in un cavo compatto ed elastico.

 

 

Il modello mostra come la malattia altera le innumerevoli fibre che sono ingrossate dalla infiammazione.

Il tendine aumenta di volume.

 

 

La malattia fa perdere la elasticità al tendine: è la cosa più grave.

Perché si ammalano i tendini?

    • Problemi muscolari. I tendini si ammalano a causa del grado di contrazione della muscolatura: la ipertonia porta alla usura dei tendini; la ipotonia li rende deboli.
    • Malattie del collagene
    • Malattie metaboliche (diabete, iper-uricemia…)
    • Squilibri alimentari (sovrappeso, obesità…)

Quali sono le malattie dei tendini?

 

La Tendinite

Si tratta di un’infiammazione acuta del Tendine d’Achille che insorge dopo l’usura e il sovraffaticamento (dovuto al lavoro oppure allo sport) oppure dopo uno sforzo prolungato, molto faticoso. È una infiammazione molto dolorosa. Il movimento risulta impossibile. Il paziente deve fare uso di farmaci, di ghiaccio e deve stare a riposo. La fisioterapia con terapia manuale e applicazione di mezzi fisici è molto utile. L’attacco acuto cessa in un tempo breve con le cure appropriate. Il tendine recupera la condizione di normale elasticità.

La Tendinosi

Si tratta di un’infiammazione cronica del Tendine d’Achille che interviene quando l’attacco acuto non riesce a guarire completamente. Molto spesso lo sportivo non rimane a riposo abbastanza, la terapia non è attentamente eseguita oppure il rientro in campo è prematuro. Il muscolo e il tendine vengono sforzati troppo mentre sono infiammati.

Le infiltrazioni di cortisone fanno passare il dolore, ma il tendine è danneggiato. Il paziente torna allo sport ma il tendine è a rischio di rottura.
La fisioterapia cerca di apportare beneficio sul tendine malato. Terapie manuali e mezzi fisici apportano un sollievo temporaneo. Ma lo squilibrio è posturale e la struttura del tendine è rovinata.
L’infiltrazione con derivati ematici, fattori di crescita piastrinici (“gel di piastrine”) non sempre curano lesioni che sono ormai strutturali. Ormai la composizione del collagene è alterata.

La Risonanza magnetica mostra che la tendinopatia cronica trascurata può portare alla rottura del tendine.

La Risonanza fa vedere inoltre la rottura parziale del tendine. Si tratta di una condizione particolarmente dolorosa che impedisce il regolare allenamento e la competizione sportiva.

 

 

L’immagine mostra il rigonfiamento della tendinite cronica, segnalato attraverso una freccia rossa, a confronto con il profilo del tendine normale, segnalato con una freccia verde.

 

 

 

Questo video mostra che la lesione accompagna il tendine durante tutto il movimento della gamba.

Quando il paziente contrae il muscolo sente molto dolore a livello del tendine. L’uso di infiltrazioni, di analgesici tolgono il dolore. In questo modo il paziente è portato a forzare e il tendine, che danneggiato, si rompe.

La cura: la Tendoscopia

L’intervento chirurgico consiste nella cura strutturale della tendinite cronica (tendinosi) del Tendine d’Achille.
La tendoscopia è la metodica non invasiva che evita una grande incisione chirurgica e permette di verificare i danni subiti dal Tendine d’Achille e dalla membrana che lo avvolge.

La foto mostra la piccola incisione che si fa per eseguire la endoscopia.
Gli strumenti endoscopici consentono di eseguire l’intervento di pulizia rimuovendo la parte di tendine rovinato e riparando la struttura tendinea.

Dopo l’intervento chirurgico è possibile effettuare un corretto programma di fisioterapia e programmare il ritorno in campo.

Rottura del Tendine d’Achille

Nella maggioranza dei casi la rottura acuta del tendine d’Achille avviene all’improvviso. Sono pazienti che svolgono l’attività sportiva in modo discontinuo e non si allenano regolarmente.

Molto spesso si tratta di atleti che hanno trascurato la tendinite cronica, e hanno continuato lo sport.

 
 

La foto mostra come si presenta la rottura del Tendine d’Achille.

 

 

 

 
 

La foto mostra come si interrompe la struttura del collagene del tendine.

La Cura: Ricostruzione o Trapianto del tendine

 

Ricostruzione chirurgica

La ricostruzione diretta del tendine d’Achille è la tecnica chirurgica di elezione.

 

Trapianto tendineo

In casi di particolare gravità si ricorre al trapianto tendineo. Un tendine sano si impianta al posto del Tendine d’Achille rotto in modo irrecuperabile.

 

Decorso post operatorio

Dopo l’intervento il paziente indossa un tutore. Si raccomanda di tenere il piede operato sollevato per ridurre l’ematoma della rottura. Dopo 15 giorni si rimuovono i punti di sutura. Il paziente deambula con le stampelle, protetto dal tutore o dalla doccia gessata. Dopo quattro settimane si deambula senza tutore, con le stampelle. All’inizio del terzo mese si deambula normalmente. Durante il terzo mese si torna in piscina e si inizia un leggero jogging. Nel quarto mese si inizia la corsa tra i paletti, il cambio di direzione, l’allenamento tecnico. I tecnici e l’allenatore dettano i tempi per il rientro in campo.